La Sardegna dei grandi contrasti attrae il turismo. E poi lo mette in fuga

Quello che a metà dello scorso marzo poteva sembrare un primo traguardo nell’ultima vertenza dei pastori sardi, dopo più di un mese di clamorose proteste – vale a dire l’ottenimento dei 74 centesimi per litro di latte – rischia di tramutarsi nel preludio di nuove rivendicazioni. Da alcuni giorni le richieste di rassicurazioni (“il mondo delle campagne sta perdendo la fiducia nel percorso che era stato avviato”) avanzate da una delegazione della categoria alla Giunta regionale sarda non trovano risposta.

In sostanza il mondo rurale sta manifestando i primi segnali di sfiducia, nel percorso avviato con la creazione di un tavolo delle trattative, presso la Prefettura di Sassari ma poi fermatosi alle tre proposte (dei pastori, di Copagri e Confagricoltura), che da quell’incontro scaturirono, senza però dare luogo ad alcun percorso attuativo.

Se la politica centrale segna il passo, quindi, sempre troppo vincolata a mantenere improbabili equilibri (secondo uno dei portavoce dei pastori, Gianuario Falchi, «si attende la convocazione del tavolo ministeriale per presentare le proposte che possano essere finalmente applicate», ma non si sa quando, ndr), a livello locale qualcosa sembra invece muoversi nella direzione di una imprevista volontà innovatrice, che cercando di sostenere la voglia di rinnovamento, si determina a promuovere i “formaggi altri”, con l’obiettivo di rimodulare in futuro la produzione complessiva dell’isola in maniera più equilibrata (di sicuro contenendo i volumi e le scorte di Pecorino Romano, alle cui sorti è agganciato il prezzo del latte, e dando spazio ai “formaggi altri”, per l’appunto).

Il primo concorso internazionale di formaggi ovini sardi – Agendo in questa direzione, “la Sardegna andrà presto a Milano” – l’annuncio arriva dal sito web della Giunta Regionale – “per il lancio del primo Concorso Internazionale dei Formaggi Ovini”, mercoledì 8 maggio, in occasione della fiera Tuttofood, importante vetrina internazionale del “made in Italy” agroalimentare.

“Il Concorso”, spiega il sito web della Regione Sardegna, “in programma nel marzo del 2020, è riservato ai formaggi ottenuti esclusivamente da latte di pecora” prodotto in Sardegna e rappresenterà un’opportunità importante “per creare momenti e spazi di incontro tra operatori, tali da stimolare la crescita qualitativa e la diversificazione delle produzioni, oltre che aumentare la conoscenza e la promozione del consumo dei formaggi a livello regionale, nazionale e internazionale”.

L’iniziativa è promossa da un partenariato composto dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale, dall’Agenzia Laore, dalla Camera di Commercio, industria, agricoltura e artigianato di Nuoro, dai tre Consorzi di tutela dei pecorini sardi Dop (Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Fiore Sardo) e dall’Oilos, l’Organismo interprofessionale latte ovino sardo.

L’appuntamento è fissato alle 19:30 presso la “Sonia Factory”, in via Bramante 37, e prevede una degustazione di prodotti e l’esibizione ai fornelli della talentuosa chef ogliastrina Clelia Bandini. Gli organizzatori hanno pensato di coinvolgere nell’operazione anche la star televisiva Francisco Porcella, campione internazionale di surf, forse per attrarre non tanto gli appassionati di quello sport acquatico quanto per offrire un motivo in più alle signore (sic, sob!) presenti in fiera.

Panorama di Fordongianus. In basso a sinistra i resti delle antiche terme di Traiano da cui i turisti sono fuggiti a causa dell’inquinamento da sapone – foto di Gianni Careddu© – Creative Commons License©

Un’isola non (del tutto) pronta ad attrarre turismo – Bene, certo, ma non del tutto: se da un canto l’isola ci dimostra di sapere cosa fare per promuovere le vendite di tanti formaggi ancora misconosciuti (sarebbe ora di svincolarla dall’immagine di “isola dei tre pecorini”!, ndr) dall’altro è la cronaca di questi giorni a ricordarci che per raggiungere un vero successo complessivo – in cui anche il turismo, i territori interni, i paesaggi e i luoghi della pastorizia vengano “premiati” – serviranno altre doti, a partire dalla capacità di accogliere, che a quanto pare non è ancora nel Dna di tutti i sardi.

Turisti in fuga da Fordongianus – Ci riferiamo alla vicenda dei turisti fuggiti da Fordongianus il primo di maggio, a seguito del deplorevole comportamento di alcuni abitanti della zona (leggi qui). Se nel 2019, in presenza di turisti inglesi e cinesi (un nuovo fenomeno, in quella zona, ndr) intenti a bagnarsi nelle terme locali, alcuni sardi decidono di lavare i propri pentoloni (a quanto pare proprio dopo aver fatto il formaggio) in quelle stesse acque, rilasciando in esse del sapone, e facendoli  – di conseguenza – fuggire, è evidente che la Sardegna ha ancora qualcosa da fare, oltre che occuparsi di risolvere i problemi dei propri pastori, prima di poter pensare di meritarsi qualche successo che non sia locale, parziale, e forse estemporaneo.

6 maggio 2019