
Mercoledì 12 e giovedì 13 scorsi, Milano ha accolto l’Alto Adige, i suoi prodotti agroalimentari, e il racconto di una proposta turistica fortemente caratterizzata che i promoter del Sud Tirolo sanno evocare sempre bene, riuscendo a coniugare in maniera brillante l’idea di un’agricoltura sostenibile, in cui è regina “la mucca”, con quella di un turismo di qualità, idealmente ambientato nel “maso del contadino”.
Due dimensioni – dell’agricoltura e di un turismo entrambi a misura d’uomo e d’ambiente – che in provincia di Bolzano hanno ben dimostrato di coesistere l’una con l’altra, senza forzature, in una simbiosi che è parte integrante dello stile di vita e della cultura locali.

Stavolta nel capoluogo lombardo i promoter incaricati a promuovere l’Alto Adige in uno dei suoi mercati d’elezione, hanno giocato con le parole ma anche con i fatti e con la gente, divertendo e divertendosi con un progetto denominato non a caso “Südtirol Cubes – EccelLenti al cubo”, che al tempo stesso ha attratto molto milanesi e ha permesso alla gente comune, ai consumatori – e ai giornalisti presenti – di vivere da vicino uno stile di vita che, seppur simulato, pare essere arrivato al cuore della gente.
Per farlo, i creativi dell’agenzia bolzanina Idm, hanno selezionato alcune tematiche che rappresentano in maniera chiara i valori del turismo e dell’agricoltura in Alto Adige: ad esempio il concetto di “pausa”, per richiamare la “ricerca di un equilibrio nella vita quotidiana e l’opportunità di “ricaricare le batterie””, come anche la “produzione sostenibile di latte fieno fresco e genuino dell’Alto Adige”, che ha scosso le coscienze di molti, a cui la “notizia” del latte vero di una volta non era ancora arrivata così chiara e concreta. Sembrava chiaro l’invito rivolto ai presenti dagli ambasciatori del turismo e dell’agricoltura altoatesini: “venite a gustarli da noi”, come altrettanto è chiaro il messaggio al di là di quella proposta: “poi questi prodotti ve li porteremo, se non a casa, quantomeno nei principali supermercati lombardi”.
Soddisfatto dell’esito dell’iniziativa è apparso Herr Wolfgang Töchterle, direttore del marketing di Idm, sbarcato nel capoluogo meneghino per toccare con mano, assieme ai suoi collaboratori, la risposta dei consumatori milanesi. «Siamo molto contenti», ha esordito Töchterle, «che il Comune di Milano abbia accolto con entusiasmo il nostro progetto e che ne abbia anche assunto il patrocinio. Questo è un grande privilegio».
Ad ospitare “Südtirol Cubes – EccelLenti al cubo” sono stati i centralissimi Giardini Indro Montanelli, tra piazza Cavour, Porta Venezia e Piazza della Repubblica, e lì visitatori di tutte le tipologie possibili e immaginabili (mamme e nonni con bambini, impiegati e dirigenti dei vicini uffici e molti altri ancora), hanno potuto prendersi una pausa dai loro impegni quotidiani per tuffarsi nelle diverse coniugazioni dell’offerta turistica dell’Alto Adige, provando e apprezzando molti alimenti proposti in degustazione.
Un marketing che si fa arrogante? – «I prodotti altoatesini», ha sottolineato soddisfatto Herr Töchterle, «sono un simbolo della nostra destinazione turistica e la produzione sostenibile di questi prodotti è proprio quello che rende unica l’esperienza in Alto Adige. Il latte fieno può esserne un ottimo esempio. Finché ci saranno mucche sui nostri pascoli e alpeggi e dai nostri prati verrà falciato fieno di alta qualità, e così lavoriamo nel modo giusto». Opinabile la chiosa del dirigente della Idm, che in uno slancio di sincerità, ha concluso affermando che «non serve andare lontano (il riferimento agli allevamenti della Pianura Padana sono tanto evidenti quanto ineleganti, ndr), per vedere cosa accade quando questo ciclo si interrompe».
Per la cronaca dettagliata dell’iniziativa basterà andare sul sito web della Idm stessa per avere un preciso resoconto. I promoter di una regione che poche volte in passato si è preoccupata come sta facendo oggi per le sorti dei propri contadini (nei giorni scorsi in più di mille hanno manifestato a Bolzano contro il “problema lupo”, sostenuti dalla maggioranza dei loro politici), avranno anche convinto molti consumatori sulle proprietà dei loro prodotti odierni. La preoccupazione che in loro pare però trapelare è che un domani – forse non tanto lontano, con l’aumentare dei predatori – anche la loro agricoltura si possa padanizzare, com’è già accaduto (per la corsa alle quantità, ndr.) nel confinante Trentino. Quando ciò avverrà, se avverrà, la bella favola di un’agricoltura estensiva non la si potrà più narrare che davanti a un bel libro dei ricordi.
17 giugno 2019