Alzi una mano chi tra voi, oramai tutti o quasi in età adulta, sia solito sollazzarsi ancora con i mattoncini di Lego™. Bene: nessuno ha mosso un dito, come era ben prevedibile. La leggenda secondo cui il famoso gioco di costruzioni per l’infanzia sarebbe un passatempo anche per i “non più giovani” trova il suo aggancio con la realtà in quei genitori che, pur di vedere i propri figli intenti con un gioco manuale (che mette in moto qualche neurone in più rispetto all’imperversare dei videogiochi) tornano in soffitta per recuperare la scatola di Lego™ della loro infanzia.
A non pensarla così sono i responsabili del Consorzio di Tutela del Grana Padano, che hanno ufficializzato la loro presenza – sabato 19 e domenica 20 ottobre – a “Mattoncini in Castello”, evento organizzato dall’associazione “Cremona Bricks”, che si svolgerà presso il Castello di Desenzano del Garda, nel bresciano, a quindici minuti d’auto dalla sede del consorzio di tutela del “formaggio italiano Dop più venduto nel mondo”.
Chi avrà modo e voglia di esserci, quindi, dovrà attendere ancora pochi giorni per assistere alla costruzione del Caseificio del Grana Padano più fantastico (e probabilmente più bello) che ci sia, costruito con mattoncini di Lego™, per l’appunto, che la manifestazione gardesana ha in programma.
Il Lego™ per costruire oggi il rapporto coi futuri consumatori
Nelle intenzioni dichiarate dall’ente caseario ci sono «l’attenzione alle persone ed alla loro serenità», ha spiegato ai giornalisti il direttore del consorzio Stefano Berni, «che da sempre fa parte del modo di essere e di lavorare nel mondo del Grana Padano». Un gioco “senza età” (così è stato descritto dai responsabili del consorzio) con cui ricordare ai consumatori quanto sia importante per l’ente di tutela garantire un alimento “buono, sicuro e certificato, grazie a una filiera caratterizzata da controlli costanti e piena tracciabilità”.
Venendo alla costruzione del fantasioso Caseificio, descritto come “unico nell’universo di costruzioni con i mattoncini Lego™” (noi allo stesso modo corriamo a costruire la prima redazione giornalistica al mondo, ndr), i responsabili del consorzio raccontano di una progettazione e di una costruzione durate oltre 12 mesi, e di 16mila pezzi impiegati. Davvero un fantastico record.
Un’etichetta per raccontare il benessere animale delle vacche “da stalla”
Nel non dichiarato invece – è evidente – c’è l’intento di avvicinare i consumatori di domani ma anche quelli di oggi – i giovani genitori – con l’intento di persuaderli che il più venduto sia anche il migliore. Opera che verrà sostenuta in futuro anche attraverso un’etichetta che parlerà di un “benessere animale” visto dalla prospettiva di chi – operando con vacche caratterizzate da una genetica molto “migliorata” – ha probabilmente più bisogno della stalla che di un bel pascolo naturale.
Per vendere tanto – è evidente – bisogna produrre tanto, e per produrre tanto servono vacche assai specializzate, in grado di garantire molto latte, seppur per un breve periodo (le vacche “intensive” non vivono certo i 15-18 anni delle colleghe “estensive”), grazie anche ad un’alimentazione adeguata, fatta non solo di erba e fieno (sono ruminanti, quindi erbivori, ndr) bensì prevalentemente di mangimi insilati (insilati di mais) e unifeed
Ma perché parlarne su un’etichetta poi? Queste son semplici “questioni tecniche”, che “forse” ai consumatori di Grana Padano interessano poco. Ai nostri lettori probabilmente di più.
14 ottobre 2019