Trentino: pena ridotta per l’aggressore della pastora Agitu

Agitu Ideo Gudeta – foto dal profilo Facebook personale

Le cronache giudiziarie della settimana hanno registrato un’importante riduzione della pena e sanzioni pecunarie di poca rilevanza per le aggressioni subite dalla pastora Agitu Ideo Gudeta a cavallo tra il 2017 e il 2018. Lunedì scorso, 27 gennaio, l’imputato Cornelio Coser, vicino di casa dell’allevatrice, è comparso davanti ai giudici del Tribunale di Trento per la sentenza di primo grado.

Coser era accusato di aver più volte aggredito verbalmente la donna con insulti, frasi razziste e minacce, dirette sia a lei che ai suoi animali, invettive sfociate in un’aggressione fisica che la parte lesa riuscì a documentare con il telefonino, sporgendo denuncia, nell’estate del 2018, ai carabinieri. A seguito di quell’episodio l’aggressore venne costretto agli arresti domiciliari, poi convertiti in un divieto di avvicinamento.

Nella denuncia presentata ai carabinieri, Gudeta aveva riferito di essere molto preoccupata dal comportamento del Coser, tanto da aver modificato gli orari di lavoro dei suoi collaboratori, per non essere mai da sola. A detta della pastora, l’uomo l’avrebbe aggredita con frasi di stampo razzista, e in un episodio l’avrebbe presa per il collo, sorprendendola alle spalle, durante la mungitura. Le avrebbe inoltre danneggiato la mungitrice e sgonfiato le gomme dell’automobile, incurante del fatto che la vittima lo stesse filmando. In un’altra occasione avrebbe aizzato i propri cani contro le sue capre.

In propria difesa, di fronte ai giudici, Coser ha ammesso che più volte erano volate parole grosse, ma nulla che potesse sollevare l’aggravante dell’odio razziale, e che le capre dell’allevatrice gli avevano danneggiato 300 piante di carpino, adducendo ciò come un attenuante delle proprie responsabilità.

Dal canto suo, l’accusa aveva richiesto la condanna ad un anno di reclusione, il pagamento di una provvisionale di 15mila euro e un risarcimento di 50mila euro. I giudici infine hanno condannato l’imputato a 9 mesi di reclusione, 7 dei quali già scontati, ridimensionando la multa a 50 euro e il risarcimento a 2mila euro. L’imputato è stato condannato a pagare le spese legali di 3.500 euro.

3 febbraio 2020