Mai intervento governativo fu più rapido e straordinario di quello preso per sostenere la filiera bufalina, in questi tempi di emergenza sanitaria e umana dovuta alla pandemia da Coronavirus. A ventiquattr’ore di distanza dalla lettera-appello inviata il 18 scorso da Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Dop, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e a poche ore dall’inizio del tam-tam che – recependo il grido d’allarme di allevatori e caseifici – rappresentava la drammatica situazione del comparto, una soluzione è stata adottata dal Governo per tamponare una situazione che nel volgere di qualche altro giorno sarebbe diventata drammatica.
Grazie ad un decreto straordinario, il 19 scorso il MiPAAF ha varato una modifica temporanea al disciplinare di produzione, sospendendo l’obbligo dell’utilizzo di latte fresco trasformato entro le 60 ore dalla prima mungitura e dando la possibilità (adeguatamente normata, ndr) ai trasformatori di utilizzare latte congelato. [segue dopo la pubblicità]
Intervistato venerdì scorso 27 marzo dalle maggiori agenzie di stampa, Raimondo ha così spiegato di aver illustrato al presidente De Luca «le difficoltà che sta vivendo il comparto e che necessitano di interventi immediati per scongiurare il peggio».
«Nel mese di marzo, che sta per finire», ha aggiunto Raimondo, «abbiamo assistito a un calo della produzione di Mozzarella di bufala Campana di circa il 50%, legato soprattutto al blocco del canale ho.re.ca., vale a dire di ristoranti e pizzerie. Chiediamo che ora ognuno faccia la sua parte per evitare ricadute sociali ed economiche che sarebbero drammatiche».
Tra i “paletti” stabiliti dal Mipaaf nel varo di queste modifiche – che, lo sottolineiamo, sono provvisorie – si evidenziano l’inammissibilità di latte congelato prima dell’inizio di questa emergenza sanitaria e un limite massimo di latte da congelare che nel complesso non può superare la differenza tra il quantitativo mensile di latte utilizzato (per produrre lo stesso latticino) nello medesimo mese del 2019, a cui viene sottratta la quantità di latte fresco utilizzata nel rispettivo mese del 2020. [segue dopo la pubblicità]
Il dispositivo straordinario del ministero prevede inoltre che ogni caseificio dovrà informare l’ente di controllo Dqa Certificazioni circa la propria volontà di produrre in deroga, comunicando il quantitativo di latte da congelare, la cui conformità alle regole introdotte verrà puntualmente verificata dall’ente stesso.
Allo stato attuale delle cose si attendono ulteriori disposizioni ministeriali circa le diciture da riportare sulla confezione (“da latte fresco”, “da latte congelato”, o altro), senza le quali ogni caseificio, nel dover procedere nelle vendite rischia – almeno in via teorica – di essere sanzionato.
30 marzo 2020
la foto di apertura è tratta dal sito web Bofrost.it