“Delicatessen” Rai: animalisti sporgono querela contro i responsabili di maltrattamenti, favoreggiamento e truffa

Una vacca a terra, al quinto anno di una drammatica esistenza. L’immagine è tratta dall’inchiesta giornalistica “Delicatessen” di Sabrina Giannini, andata in onda su Rai3 domenica 26 aprile

Se c’è una cosa che si deve riconoscere a “Delicatessen”, il servizio di Sabrina Giannini andato in onda su Rai 3 (all’interno del format “Indovina chi viene a cena”) domenica 26 aprile scorso, è quella di aver scoperchiato una gigantesca truffa ai danni del diritto alla libertà di scelta dei consumatori e del benessere degli animali, negli allevamenti intensivi.

Giovedì scorso 30 aprile la trasmissione è tornata a far parlare di sé a seguito di una denuncia-querela, che il Pae (Partito Animalista Europeo) ha depositato alla Procura della Repubblica di Roma. Una denuncia avversa agli allevatori, agli industriali e ai medici veterinari coinvolti in circostanziati reati di maltrattamento animale che la trasmissione ha ben documentato, e che sono aggravati dallo stato di segregazione e dalla morte di alcuni di essi, dalle omissioni in atti d’ufficio, dal favoreggiamento personale e dalla truffa ai consumatori, relativamente alle indicazioni di “benessere animale” riportate sui prodotti confezionati in vendita.

Un’altra immagine tratta da “Delicatessen”: antibiotici in una stalla italiana. Davvero compatibili con il “benessere animale”?

«Dopo aver denunciato all’Antitrust tale pubblicità ingannevole», ha dichiarato il presidente del Pae Stefano Fuccelli, «con richiesta di mettere al bando la fuorviante etichettatura “Benessere Animale” sulle confezioni alimentari, abbiamo sporto denuncia-querela contro tutti i responsabili – che verranno individuati dall’Autorità Giudiziaria – protagonisti dell’ultima puntata della bravissima Sabrina Giannini».

«Oltre all’evidente maltrattamento degli animali», ha aggiunto Fuccelli, «costretti a vivere in ambienti sovraffollati, con problemi di cannibalismo, in gabbie sporche anguste ed insufficienti, tra escrementi e carogne ed infestate da topi – in spregio ai regolamenti sul benessere animale ed alle norme igienico sanitarie – si configura anche l’omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento personale a carico dei veterinari intervenuti negli allevamenti. E questo, per aver loro omesso di denunciare il fatto di reato, come invece sarebbe stato per legge loro specifico dovere, in ragione del pubblico servizio espletato con ciò aiutando, di fatto, gli autori materiali dei maltrattamenti ad eludere le investigazioni delle autorità». [continua dopo la pubblicità]

 

A carico degli accusati si configura, inoltre, anche il reato di truffa, compiuto dagli allevatori e dai legali rappresentanti delle aziende rivenditrici, utilizzatrici del marchio autocertificativo “Benessere Animale” e di diciture similari, riprodotti sulle confezioni di carne e alimenti derivati, per aver posto in essere un’operazione di raggiro in danno di una platea potenzialmente infinita di consumatori.

«La questione», conclude il presidente del Pae, «ha ripercussioni dirette anche sulla salute pubblica, in quanto è consuetudine la pratica della somministrazione preventiva e dell’abuso di antibiotici a tutti indistintamente gli animali detenuti negli allevamenti intensivi, pratica vietata per legge. Si ricorda che l’abuso di antibiotici genera l’antibiotico-resistenza, un danno per la salute collettiva» destinato a causare – non vi appaia un’esagerazione – più morti dell’attuale pandemia da Coronavirus. [continua dopo la pubblicità]

 

Secondo l’Oms, l’antibiotico-resistenza provocherebbe, solo in Europa, 25 mila morti l’anno ed è stimato che nel mondo, nel 2050, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all’anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 milioni), diabete (1,5 milioni) o incidenti stradali (1,2 milioni), con una previsione di costi per la collettività che supera i 100 trilioni di dollari.

4 maggio 2020