Sette provvedimenti della Regione Emilia-Romagna per tutelare il Parmigiano Reggiano

foto Gilles Desjardines© – Creative Commons License

La notizia è ufficiale ed è appena di ieri: la Regione Emilia-Romagna ha deciso di “scendere in campo” per essere al fianco dell’intera filiera del Parmigiano Reggiano in un momento di particolare difficoltà. A comunicarlo, in maniera ufficiale sul proprio portale web è l’ente regionale che, in una nota ufficiale parla di “un prodotto unico noto e amato non solo dai consumatori italiani che ora, complice anche la crisi innescata dal prolungato lockdown causato dall’emergenza della Covid-19, rischia di attraversare una pericolosa fase di stop e non trovare sbocchi sul mercato”. 

“L’eccessiva volatilità dei prezzi, problema strutturale del settore dei formaggi Dop”, prosegue il comunicato della Giunta Regionale, “che ora sta portando a un crollo dei prezzi al caseificio anche del 30%, insieme alla crisi dei circuiti dell’export, che rappresenta circa il 40% delle vendite di questi prodotti e dell’Ho.Re.Ca., stanno infatti mettendo in forte crisi un comparto d’eccellenza per l’Emilia-Romagna che è la seconda regione in Italia per produzione di latte, con quasi 2milioni  di tonnellate prodotte e consegnate nel 2019”. 

Il comprensorio del Parmigiano-Reggiano è costituito da 325 caseifici (62% in forma cooperativa, 38% privati e aziendali), 2652 allevamenti (64% dei quali ubicati in zona montana): una realtà rilevantissima, che storicamente è parte del tessuto produttivo emiliano. [continua dopo la pubblicità]

Per sostenerla, la Regione ha annunciato sette misure – che includono aiuti comunitari, statali e regionali – “da attuare subito, per dare ossigeno a un comparto economico vitale”. Eccole, come comunicate dall’ente regionale: 

  1. In primo luogo, occorre concretizzare rapidamente le misure del primo bando indigenti da 50 milioni di euro, dei quali 14 milioni e 500mila euro destinati ai formaggi Dop, per ritirare prodotto dal mercato a prezzo equo per i produttori. Inoltre, l’incremento del Fondo indigenti contenuto nel Decreto Rilancio per indirizzare nuove risorse a ulteriore acquisto di formaggi Dop e di latte fresco italiano da destinare a latte Uht.
  2. Venendo agli aiuti comunitari all’ammasso privato dei formaggi, occorre valutare una possibile riapertura dell’intervento con risorse nazionali, come contributo per le spese di stoccaggio, oltre ad aiuti diretti alle imprese di allevamento a compensazione di cali di produzione forzati per mancati ritiri o riduzione della loro valorizzazione.
  3. Altra leva di sostegno alla produzione è agire sul credito di imposta per le imprese che dimostrino di utilizzare materie prime agricole e prodotti agroalimentari di origine italiana.
  4. Per quanta riguarda la Regione, è prevista da subito una iniezione di liquidità. La legge di conversione del decreto Milleproroghe ha confermato infatti il rifinanziamento all’Emilia-Romagna di 21 milioni di euro, destinato al rimborso delle somme anticipate dalle Regioni a favore delle imprese agricole danneggiate da eventi calamitosi in anni passati.
  5. Fondi che potranno essere impiegati per completare il finanziamento dei progetti della filiera lattiero casearia, il cui fabbisogno negli anni scorsi non è stato interamente soddisfatto per mancanza di risorse.
  6. I progetti attualmente in attesa di finanziamento sono 8 e il fabbisogno per la concessione dei relativi contributi, ammonta a 17 milioni e 840mila euro. Tali risorse faranno da volano a investimenti per circa 49,5 milioni di euro. Tra le imprese che verranno finanziate con queste nuove risorse, la maggior parte si concentra nelle province emiliane legate alla produzione di Parmigiano Reggiano: Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma.
  7. Ultima leva, individuata dalla Regione, è la tutela legale internazionale per i prodotti Dop, un problema quanto mai attuale dal momento che gli effetti della crisi economica sul mutamento dei consumi, potrebbero portare inevitabilmente ad un aumento del rischio di imitazioni. [continua dopo la pubblicità]

Sulla questione è intervenuto Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, che ha definito «inaccettabile riconoscere così poco guadagno a chi produce un bene straordinario, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Con i prezzi che vediamo le aziende non stanno in piedi, non coprono nemmeno le spese. Si vanifica il lavoro, la dedizione, la passione di migliaia di lavoratori del comparto: bisogna intervenire con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione».

«I consumi interni di Parmigiano Reggiano», ha proseguito Mammi, «non stanno diminuendo, e nemmeno diminuiscono i prezzi che i consumatori pagano nei negozi e nei supermercati; non si capisce allora perché vengano fatti prezzi così bassi ai produttori. Rischiamo davvero di indebolire aziende storiche che distribuiscono valore a interi territori, soprattutto a quelli più fragili come le aree interne».

«Come Regione», ha aggiunto l’assessore, «cercheremo di contrastare ogni tentativo di speculazione e di tutelare i produttori. È importante inoltre che la filiera valuti seriamente la possibilità, concessa dalla Commissione europea, di utilizzare l’art 222 del Regolamento Ue 1308/2013, che consente di realizzare in periodi di grave squilibrio di mercato, accordi e decisioni tra agricoltori e loro associazioni, anche in deroga alle norme sulla concorrenza, per stabilizzare il settore». [continua dopo la pubblicità]

«Inoltre», ha sottolineato Mammi, “è indispensabile che nella nuova programmazione comunitaria 2021-2027 venga prevista un’Organizzazione comune di mercato zootecnica, per migliorare le relazioni tra gli anelli della filiera, favorirne la corretta programmazione e garantire una più equa distribuzione del valore all’interno della filiera, come già accade per altre produzioni del nostro Paese.

«Infine», è sempre Mammi che parla, «serve anche uno sforzo significativo per la promozione del Made in Italy e sull’e-commerce, con un forte impulso alla digitalizzazione delle imprese e un approfondimento delle regole per la garanzia del consumatore: la Regione c’è e farà la sua parte al fianco del Consorzio e dei caseifici».

8 giugno 2020