Ancora una volta un’amministrazione pubblica italiana – quella della Regione Lombardia – ha deciso di finanziare l’acquisto di formaggi da destinare ad un crescente numero di cittadini in difficoltà. Ancora una volta ad essere selezionati per l’operazione sono stati i prodotti Dop, ma per fortuna – una volta tanto – ad essere scelti non sono stati i “soliti noti”, bensì dei formaggi tipicamente lombardi, che nascono da sistemi produttivi di medie e piccole dimensioni.
L’operazione, denominata “Io mangio lombardo”, ha visto l’esclusione – una volta tanto – dell’onnipresente Grana Padano (“la Dop casearia più venduta nel mondo”, ndr) e ha fatto cadere la scelta su Formaggella del Luinese, Formai de Mut dell’Alta Val Brembana, Nostrano Valtrompia, Quartirolo Lombardo, Salva Cremasco, Silter, Strachitunt, Taleggio e Valtellina Casera.
L’acquisto è stato effettuato di fatto dalla Regione Lombardia che ha erogato tre milioni di euro, destinandoli a ben centotrenta caseifici della regione. Nel commentare l’iniziativa, l’assessore lombardo all’agricoltura Fabio Rolfi ha sottolineato i suoi significati, definendola «un’azione con una doppia valenza: economica e sociale».
«Abbiamo voluto semplificare al massimo», ha proseguito Rolfi, «anche le procedure burocratiche, in modo tale che ai produttori lombardi arrivino soldi veri, e in breve tempo. Si tratta di un’iniezione di liquidità di cui l’agroalimentare lombardo ha estremo bisogno: il calo dei consumi ha generato un eccesso di produzione e per le aziende è essenziale un intervento». Cosa verrà fatto (ammesso che qualcosa verrà fatto) per i piccoli produttori di formaggi non Dop non è dato sapere.
Ad accompagnare questa operazione, di pari passo, è stato deciso un altro intervento – denominato “Io bevo lombardo” – che ha visto lo stesso ente erogare altri tre milioni sotto forma di bonus da 250€ ciascuno, destinati ai ristoratori per acquistare vini – Doc, Docg e Igt – prodotti in regione.
C’è da dire che fuori dai confini regionali la notizia non ha avuto un grande risalto mediatico. Una delle testate che ha scelto di rilanciarla, giorni fa, Teatro Naturale, ha clamorosamente scelto come foto di apertura un’immagine legata ad una realtà che la Regione Lombardia ha dimenticato – o più probabilmente allontanato dal suo fare – da cinque anni, vale a dire da quando la utilizzò per darsi lustro agli occhi del mondo, in occasione dell’Expo: quella dello Storico Ribelle. Un errore clamoroso anche o soprattutto perché da quattro anni oramai lo Storico Ribelle ha scelto di essere fuori dal circuito delle Dop. Una realtà che l’assessore Rolfi stavolta non avrebbe potuto coinvolgere neanche volendo.
14 settembre 2020