Il Lazio recupera le praterie e incentiva gli allevatori verso la “citizen science”

Una prateria nel Lazio – foto Federfauna©

La Commissione Europea ha pubblicato lunedì scorso 16 novembre, nell’area stampa del proprio sito web, un primo elenco di sintesi relativo ai progetti inerenti il programma “Life 2019”, attualmente in fase di aggiornamento, man mano che vengono firmate nuove convenzioni di sovvenzione.

L’elenco, che sarà completato entro la fine dell’anno, è organizzato in ordine alfabetico in base al Paese leader (coordinatori) di ogni singolo progetto (22 Paesi, da “Belgium” a “United Kingdom”). Scorrendone i contenuti vi si nota un forte orientamento alla conservazione della biodiversità, al recupero di territori marginali pascolivi, alla salvaguardia di risorse ambientali, idriche, territoriali di particolare rilevanza.

Tra i progetti riguardanti il nostro Paese, merita una menzione quello intitolato “Life Grace – Grasslands Conservation Efforts through usage” (“Life Grace – Sforzi per la conservazione delle praterie attraverso il loro uso”), che riguarda circa 120.000 ettari della rete “Natura 2000” nella regione Lazio. Si tratta per lo più di terreni non coltivabili, adibiti a pascolo estensivo, caratterizzati dalla presenza di 27 razze autoctone di interesse agricolo.

In detto territorio, negli ultimi 25 anni, le attività di pascolamento sono diminuite del 50%, con una progressiva perdita di habitat naturali quali le praterie secche semi-naturali, le pseudo-steppe e le praterie di nardus stricta (nardeti), a causa della banalizzazione della vegetazione e dell’invasione dei cespugli.

L’obiettivo principale di detto progetto Life Grace è quello di promuovere la conservazione dei tre habitat suddetti, incoraggiando il pascolo di razze resistenti minacciate dall’erosione genetica.

Tra gli obiettivi, vanno menzionati la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul ruolo dell’agricoltura come motore dello sviluppo sostenibile per la conservazione della biodiversità, l’aumento della consapevolezza di agricoltori e allevatori sulle migliori pratiche da attuare nelle aree denominate “Habitat Natura 2000”, per migliorare lo stato di conservazione degli agro-ecosistemi, attraverso l’uso dei fondi del piano di sviluppo rurale.

Inoltre l’incoraggiamento di agricoltori e allevatori a partecipare alle attività di ”citizen science” (“scienza dei cittadini”, vale a dire la raccolta e l’analisi dei dati relativi al mondo naturale, come parte di un progetto di collaborazione con ricercatori e professionisti) raccogliendo informazioni per il monitoraggio della biodiversità dei terreni agricoli, e la diffusione della conoscenza all’interno e all’esterno della regione.

“Life Grace”, comunica la Commissione Europea attraverso il proprio sito web, “contribuirà agli obiettivi della strategia dell’Ue sulla biodiversità fino al 2020 (obiettivi 1 e 3) e alle direttive Habitat e Uccelli dell’Ue. Il progetto dovrebbe anche contribuire a migliorare l’attuazione del programma di sviluppo rurale (PSR) su scala regionale.

Tra i risultati attesi, la conservazione a lungo termine degli habitat (1.550 ettari di praterie secche semi-naturali, 1.300 ettari du pseudo-steppa e 1.600 ettari di nardeti) che saranno anch’essi soggetti a misure di conservazione – attraverso il Psr – e monitoraggio da parte degli agricoltori e allevatori coinvolti. Il recupero stimato per questo progetto è pari al 10% degli habitat soggetti a pascolo. Si prevede inoltre, spiega il sito web della Ce, “il rafforzamento del ruolo di agricoltori e allevatori quali custodi della biodiversità, grazie al loro coinvolgimento nelle attività di monitoraggio”.

Le razze coinvolte
Tra gli scopi del progetto è inclusa la conservazione di razze resistenti al pascolo proprie dei territori interessati: dai bovini di razza Maremmana ai cavalli da tiro pesanti italiani, ai cavalli di Tolfa, ai cavalli Maremmani ed Esperia, alle capre di razza Grigia Ciociara e Monticellana. Relativamente ad esse è previsto un incremento della popolazione complessiva pari al 5%.

Il pubblico
Il progetto non lascia nulla al caso, prevedendo anche la sensibilizzazione del pubblico, in generale, e più in particolare di 100mila potenziali consumatori informati sul ruolo dell’agricoltura come motore di sostenibilità. Relativamente alle vendite è previsto un incremento del 10% della carne commercializzata dai siti di “Natura 2000”, il coinvolgimento di almeno settanta tra ristoranti e realtà agrituristiche presenti sul territorio e la progettazione di quindici nuovi percorsi-natura in cui promuovere la vendita di detto cibo.

Il ruolo di agricoltori e allevatori
È prevista la firma di almeno quaranta accordi locali e di un piano di servizio, la produzione di un “codice di condotta” firmato da cinquanta tra agricoltori e allevatori, il coinvolgimento di duecento di essi nella sensibilizzazione sulle migliori pratiche e nella formazione. Misure specifiche di conservazione sono previste in un prossimo Psr dedicato al Lazio, con attività di ”lobbismo” e il coinvolgimento di venti di questi operatori in qualità di testimonial.

Verrà infine incoraggiato il ruolo degli agricoltori e degli allevatori nelle attività di citizen science attraverso l’elaborazione di cinque protocolli di monitoraggio semplificati. Sono previste inoltre la progettazione di una App per la raccolta dei dati, l’inclusione nel prossimo Psr di una misura prioritaria che incoraggerà gli operatori agricoli a partecipare al monitoraggio della biodiversità, Inoltre, la creazione di un gruppo di almeno cento tra agricoltori e allevatori, regolarmente coinvolti nel monitoraggio della biodiversità.

23 novembre 2020

Per informazioni:
Claudio Di Giovannantonio
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