
Gavin Webber è uno youtuber australiano che da anni porta la sua passione e le sue competenze, vale a dire il suo saper fare formaggio a livello amatoriale, nelle case di tanta gente nel mondo. Il suo canale YouTube, che semplicemente coincide col suo nome e cognome, ha infatti 251mila iscritti e una infinità di video (oltre 450) molto molto seguiti.
Chi si troverà a visionare la sua proposta troverà unicamente lavorazioni domestiche, di un’infinità di formaggi di tutto il mondo, ma anche delle degustazioni che – per quanto molto amatoriali anch’esse – hanno un grande seguito e tanti commenti appassionati. Chi tra voi si diletti nella trasformazione casalinga del latte potrà trovare tra le sue proposte molte video-ricette di formaggi noti in tutto il mondo, come Emmental, Gouda e Camembert (tutti video con più di 500mila visualizzazioni), ma anche “Parmesan style” (2,3 milioni), Cheddar (3,8 milioni) e altri ancora, con milioni di visualizzazioni.

Un canale importante, quindi, in termini mediatici, con un seguito invidiabile anche per molti nostrani operatori, che investono in comunicazione budget rilevantissimi. Un canale che educa, tiene viva la passione per un prodotto – il formaggio – che mai come in questi tempi ha bisogno di promoter capaci ed efficaci, come Webber dimostra di essere.
Bene, anzi male, malissimo, perché nei giorni scorsi sul canale di Mr. “Cheeseman” (così è conosciuto, per via del suo dominio www.cheeseman.tv) è apparso un video anomalo, un video che non presenta nessuna ricetta né degustazione, ma che parla di una lettera, «una lettera che», dice il diretto interessato, «mai avrei pensato di ricevere».
Nel suo racconto, Gavin Webber non esita a spiegare i motivi di quelle parole, dedicando alla vicenda due video postati venerdì scorso, 27 novembre. Tra il sorpreso e il risentito, Mr. Cheeseman rivela ai suoi seguaci i perché di un video-annuncio insolito per lui, dando lettura di una missiva ricevuta da uno degli studi legali (Perani Pozzi Associati di Milano) che operano per il Consorzio di Tutela del formaggio Grana Padano Dop. Una missiva firmata dall’Avv. Giorgio Lombardi, di cui Mr. Webber dà contezza ai suoi seguaci: in quella lettera gli “viene richiesta con tono perentorio”, spiega, “l’immediata rimozione del video intitolato “How to make Grana Padano Style Cheese” (“Come fare un formaggio sullo stile del Grana Padano”)”, pubblicato nel mese di ottobre. E questo perché, argomenta la lettera dei legali “la condotta sopra descritta costituisce una palese violazione dei diritti di proprietà intellettuale del Consorzio, ai sensi del Regolamento (UE) n. 1151/2012”.

Webber decide così di passare al contrattacco, quantomeno sul piano mediatico, su cui sa di poter vincere la partita: cancella infatti il video “incriminato”, forse intimorito o forse per ricavarne tutti i benefici possibili – e pubblicizza la lettera di diffida, datata 26 novembre. In poche ore ottiene un consenso enorme e una straordinaria azione di massa nei confronti del consorzio (migliaia i commenti di sostegno su YouTube, e poi e-mail e messaggi sui social, indirizzati al consorzio) che con un’e-mail del direttore, Stefano Berni, giunge il 28 novembre ad ammorbidire i toni. La stalla è chiusa dopo che i buoi son fuggiti: la mossa dello youtuber si rivela azzeccata, in poche ore il suo canale guadagna migliaia di iscritti e i due video che dedica alla vicenda (eccoli qua: il primo e il secondo) galoppano verso le 200mila visualizzazioni in meno di 48 ore.
Di considerazioni se ne potrebbero fare un’infinità, su questa vicenda: a cosa serve aggredire un privato che parla a privati dando una ricetta che nessun caseificio industriale potrà utilizzare per produrre un vero similare? Non sarebbe meglio dedicare tempo e risorse (gli studi legali si fanno ben pagare, per una lettera del genere, ottenendo un pugno di mosche) per contrastare i produttori di similari attivi da anni, sia in Italia (sono alcuni tra i caseifici aderenti al consorzio, ndr) che all’estero QF?
E poi, non ci si rende conto che in un’operazione del genere a trarne notorietà e vantaggi sarà proprio la controparte? Non si capisce che i suoi follower, nello schierarsi con quello (migliaia i commenti di solidarietà giunti a Webber in un giorno e mezzo) si allontaneranno naturalmente dal suo “aggressore”? A chi ancora indugi di fronte a tali perplessità vada un solo invito: quante visualizzazioni hanno ottenuto sul canale YouTube del consorzio i video dello scorso settembre che comunicano tutela dell’ambiente, territorialità e benessere animale? Rispettivamente 41, 65 e 59 (in due mesi: una nullità). Per di più, in un canale con 1.360 iscritti, vale a dire lo 0,54% rispetto a quelli di Mr. Webber.
Chi abbia vinto nella sfida tra i due contendenti non dobbiamo dirlo noi. Speriamo almeno che, nel proprio interesse, il consorzio sappia trarre da queste considerazioni uno spunto in più per migliorare non solo il proprio comportamento (a volte un po’ aggressivo, ndr) su quanti potrebbero insidiare i propri diritti esclusivi, ma anche e soprattutto in merito alla propria capacità di esprimersi su quello che da sempre è il principale social media video (non basta pagare e caricare nuovi video: bisogna far sì che la gente li visioni e li faccia circolare!).
30 novembre 2020