
La voce, che circolava da qualche giorno negli ambienti del Parmigiano Reggiano, ha trovato conferma nei giorni scorsi sulle pagine del quotidiano Gazzetta di Reggio: nel prossimo aprile l’avventura di Nicola Bertinelli al vertice del Consorzio di tutela potrebbe terminare, con la possibile elezione di Simona Caselli, ex assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna. Un nome, quello della Caselli, su cui convergerebbero le scelte di una componente sempre più ampia che invoca per l’ente di tutela un cambiamento non più rimandabile.
A sostenere la Caselli – nonostante sia un elemento estraneo al mondo di quella Dop e più propriamente una candidatura “politica” – sarebbe il mondo delle cooperative, che tanto peso ha tra i produttori di quel formaggio: un nome su cui convergerebbero una volta tanto sia gli ambienti di Legacoop che quelli di Confcooperative.
Al presidente in carica verrebbe fatto pagare – una volta per tutte e dopo varie, reiterate e spesso sacrosante polemiche – l’aver accettato di intraprendere una carriera politica in Coldiretti nel 2018, dopo essere stato eletto l’anno prima alla più alta carica del consorzio come indipendente.
Alla luce di queste voci andrebbe letto il “no” giunto a fine novembre – con una lettera congiunta delle due firme del mondo cooperativo – all’ipotesi, avanzata dal presidente Bertinelli, di creare un mega-magazzino di stagionatura da un milione di forme, da pagare con il finanziamento del recovery fund.
Sullo sfondo di queste dinamiche si leggerebbe una prospettiva futura – caldeggiata da una componente e osteggiata dall’altra – che stravolgerebbe la natura stessa dell’ente consortile che, stando alla sua natura fondate, non dovrebbe occuparsi di stagionatura e commercializzazione ma unicamente di promozione e tutela. In altre parole, l’eventuale operazione del nuovo magazzino porterebbe secondo molti ad una modifica dello statuto che metterebbe il consorzio più di quanto sia adesso nelle disponibilità di grossisti che storicamente operano anche e soprattutto con e per il Grana Padano.
Ciclicamente, in maniera diretta o indiretta, la prospettiva di una sovrapposizione delle due realtà torna a riproporsi in maniera inquietante.
7 dicembre 2020