Dài e dài, chissà che il vizietto non glielo si tolga. Ci riferiamo all’annosa abitudine che le aziende del settore lattiero-caseario hanno, di reclamizzare e promuovere i propri prodotti abusando di immagini di animali al pascolo. Loro che quelle bestie hanno costretto in stalle – in nome della produttività – a mangiar contronatura mangimi. Non erba, o fieno, come dovrebbero.
Il tema, da noi più volte proposto da queste pagine (eclatante il caso di Granarolo che segnalammo nel 2019), è stato impugnato all’inizio della scorsa settimana, dal Codacons, che ha rilanciato un’iniziativa dell’associazione Animal Equality.
“La realtà”, spiega il Codacons sul proprio sito web, “è ben diversa da quella che si vuole far credere. Mucche che pascolano felici in un grande prato sulle confezioni di latte? Una bellissima rappresentazione fiabesca e totalmente ingannevole per il consumatore, che non viene posto dinnanzi alla realtà di uno sfruttamento e allevamento di tipo intensivo degli animali, dove a malapena viene garantito loro lo spazio vitale”.
Purtroppo nessuna delle due associazioni coglie, in questa loro azione, la necessità di trattare delle differenze delle due opzioni alimentari possibili per le vacche da latte: quella della zootecnia intensiva, fortemente basata sull’uso dei mangimi (insilati di mais, unifeed) e quella della zootecnia estensiva e naturale, fondata sulla somministrazione di erba e di fieno, rispettosa quindi della natura di animali che, in quanto ruminanti, sono erbivori ed erba debbono mangiare.
Nel commentare l’iniziativa, il presidente di Codacons Marco Maria Donzelli, ha voluto ricordare che sin «dalla nostra costituzione il benessere animale e ambientale sono tra le nostre priorità». Donzelli ha sottolineato anche la disponibilità della sua associazione ad essere attiva nella segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di qualsiasi pubblicità ingannevole. Chi volesse segnalarne, qualora riscontrasse l’uso di immagini ingannevoli nelle pubblicità delle aziende del settore, è invitato a scrivere a: info@codaconslombardia.it
Intervenire sulle pubblicità non basta
A nostro avviso l’iniziativa meriterebbe di essere estesa anche alla letteratura commerciale della aziende, sia essa cartacea (volantini, flyers, cataloghi, etc.) che digitale (siti web, e-commerce, cataloghi, etc.), agli articoli presenti su giornali di informazione varia, cartacea e web, che troppo spesso si sono dimostrati complici nel favorire la veicolazione di un’immagine edulcorata della zootecnia intensiva.
18 gennaio 2021