La Provola dei Nebrodi, formaggio storico siciliano assurto da appena cinque mesi ai fasti delle denominazioni di origine protetta, ha registrato giorni fa la prima attività di tutela e repressione di una frode in commercio.
A compierla sono stati i Carabinieri del Comando per la Tutela Agroalimentare, che – lo ha riferito lunedì scorso il quotidiano Messina Today – “hanno diffidato una azienda della provincia di Messina” invitandola “a mettere ordine nella denominazione dei prodotti” – anche carni – venduti sia localmente che tramite e-commerce.
In Sicilia la contraffazione è un fenomeno purtroppo rilevante, soprattutto per quelle tipologie casearie (non poche) che – pur essendo prodotte in molti territori delle varie province – vengono tutelati in specifiche situazioni e contesti culturali e storici, in cui spesso il fattore territoriale gioca un ruolo rilavante rispetto alle produzioni indeterminate.
L’intervento in oggetto, accompagnato da una sanzione pecuniaria, è stato compreso in un’azione più ampia, che ha permesso di individuare 27 imprese irregolari situate in diversi territori regionali, contestare sanzioni per 117.500 euro, impartire 14 diffide relative a violazioni inerenti l’etichettatura e le evocazioni a prodotti Dop e Igp. Nel complesso sono stati sequestrati oltre 5 tonnellate di carne suina, 5 quintali di carne bovina e una tonnellata di formaggi evocanti denominazioni di origine, tutti per carenza di rintracciabilità e mancanza del luogo di provenienza in etichettatura.
1 marzo 2021