
Un’interessante innovazione, con una positiva ricaduta ecologica, è stata introdotta dalla Delfino Autotrasporti di Delfino Enrico e Marco di Bernezzo, nel cuneese, ditta specializzata nella raccolta e nel trasporto di latte, da anni quotidianamente impegnata per conto della cooperativa Compral Latte di Cuneo.
Per rendere più sostenibile il caricamento del latte presso le stalle, operazione che dura in media circa venti minuti (con motore diesel acceso per alimentare la pompa di caricamento del latte), i Delfino hanno da poco adottato un piccolo motore elettrico alimentato da una batteria al litio. Questa garantisce l’alimentazione per l’intera giornata lavorativa e viene ricaricata in sede prima dell’operazione di raccolta del giorno successivo.
Superata a pieni voti la fase sperimentale, l’apparato è stato installato a bordo delle prime autocisterne ed è ora in fase di estensione a tutto il parco macchine, garantendo al sistema Compral-Inalpi un nuovo e prezioso argomento narrativo sui temi della sostenibilità ambientale tanto cari alla componente industriale di questa filiera.
Inalpi e la comunicazione
A tale proposito, per chi volesse rinfrescarsi la memoria, esiste da tempo una vera e propria fenomenologia Inalpi che abbiamo avuto modo di trattare in passato (leggi qui e qui), che si arricchisce di mese in mese attraverso attività mirate alla creazione del “mito Inalpi” (per chi non lo sapesse, In.Al.Pi. significa “Industria Alimentare Piemontese” e non ha nulla a che fare con le Alpi, come l’elisione della punteggiatura vorrebbe far credere).
Ultima tra queste, martedì 8 giugno ha avuto luogo, presso la Commissione Agricoltura del Senato, l’audizione informale di Ambrogio Invernizzi e Matteo Torchio (rispettivamente presidente e responsabile marketing dell’azienda di Moretta) ufficialmente dedicata problematiche di mercato del latte vaccino in Italia.
“Un’audizione”, come riferisce il sito web Distribuzione Moderna , che ha rappresentato nella sostanza “un’occasione per raccontare e illustrare il sistema di filiera corta e certificata del latte Inalpi”. Nell’esposizione dei suoi due dirigenti, l’azienda “ha potuto illustrare i passaggi fondamentali che hanno condotto alla creazione della filiera corta e controllata del latte” e “un percorso di sostenibilità iniziato da tempo”.
Le insidie del latte in polvere
Il piano di sviluppo 2021-2025 di Inalpi condurrà l’azienda all’oligopolio territoriale del settore (trasformando non più il 25% bensì il 50% del latte prodotto in Piemonte), attraverso un investimento di 148 milioni di euro destinati principalmente alla realizzazione di un nuovo e moderno caseificio, all’ampliamento del proprio centro ricerche & sviluppo e alla costruzione della seconda torre di sprayatura, dove viene prodotto il latte in polvere.
Questo tipo di latte, di cui Inalpi è produttore per conto di Ferrero SpA, è molto utilizzato dalla moderna industria alimentare, e non solo per la produzione di dolciumi ma anche di salumi, paste ripiene e altro ancora. Un alimento che purtroppo comporta una criticità – l’ossidazione della frazione lipidica – su cui il consumatore medio avrebbe bisogno di essere meglio informato.
Serve un cambiamento radicale
Di fronte a tali evidenze scientifiche – e ad un’industria mondiale che sta operando per ridurre l’impronta di carbonio e azzerare le emissioni entro il 2050 – esprimiamo l’auspicio che aziende come questa – capaci di raccontarsi tanto bene – si impegnino al più presto nella soluzione delle problematiche basilari che altrove nel mondo si stanno affrontando: intervenendo sull’alimentazione delle bovine (la monocoltura di mais mal si concilia con la salvaguardia della biodiversità), sulla necessità di garantire alle mandrie la facoltà di uscire dalle stalle e di calpestare terra e non cemento (come si può parlare altrimenti di benessere animale?) e su una gestione dei reflui realmente ecologica (che eviti il biogas, fonte di inquinamento).
21 giugno 2021