
La lana italiana torna ad interessare i lanifici piemontesi. A dimostrarlo ci sono le parole – e i fatti – della Vitale Barberis Canonico di Biella. Lunedì scorso l’azienda, che produce per alcune delle maggiori firme sartoriali italiane ed estere, ha comunicato la messa in produzione di nuovi tessuti dalle caratteristiche particolari, legate alla lana di pecore di razze locali.
“Una fibra a chilometro zero”, spiegano i responsabili dell’azienda, “custode di antiche tradizioni che hanno creato un vincolo indissolubile tra uomo, animale e ambiente: è la lana italiana, 100% piemontese, che Vitale Barberis Canonico ha scelto come nuova proposta per la propria linea di tessuti sostenibili Hope (How to Optimize People and Environment, vale a dire “come ottimizzare la gente e l’ambiente).

La lana deriva dai velli delle pecore di razza biellese, allevate con il metodo del pascolo vagante, scandito dai ritmi naturali e dall’alternarsi delle stagioni. “Da maggio a settembre”, sottolinea l’azienda in un comunicato, “le greggi pascolano negli alpeggi ai piedi dei ghiacciai alpini, ad un’altitudine di 2.600-2.700 metri, per migrare all’inizio dell’autunno e trascorrere i mesi più rigidi nelle distese erbose di pianura”.
Importante la selezione genetica per una lana migliore
“È una lana vigorosa”, conclude il comunicato, “rustica, dalla finezza ordinaria, che conserva le suggestioni e la fierezza dei paesaggi alpini. Una lana per molto tempo destinata allo smaltimento e ora valorizzata da alcuni pastori che lavorano con grande passione al miglioramento costante della qualità”.
Vitale Barberis Canonico ha scelto di utilizzare la particolare lana della pecora biellese – definendola “unica nel suo genere” – per realizzare cappotti “dalla mano secca e rustica e dal sapore retrò” caratterizzati da una “disegnatura a resca” e da una gamma cromatica per definire la quale l’azienda ha trovato ispirazione nei campionari dell’archivio storico del lanificio.
2 novembre 2021