Il cuore agrozootecnico dell’Appennino emiliano-romagnolo verrà assunto come modello nazionale per lo sviluppo delle cosiddette “Green Community” (le comunità territoriali rurali e di montagna) che intendano utilizzare in modo equilibrato le principali risorse disponibili localmente. Comunità per le quali il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede un finanziamento di 135 milioni di euro.
Il progetto – denominato la “Montagna del latte” – nato per promuovere la crescita e lo sviluppo delle Terre Alte, è stato voluto dall’Unione montana dell’Appennino reggiano, all’insegna della piena sostenibilità ambientale e sociale, tanto favorevolmente accolto dai responsabili del Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, che ora lo indicano come un esempio virtuoso da imitare.
Un progetto così convincente da assurgere a modello di riferimento per la definizione dei futuri avvisi per la selezione di quelle che si candidano ad essere, nelle aree interne e montane, le frontiere più avanzate della sostenibilità sociale e ambientale.
La “Montagna del Latte” è tra le prime Green Community d’Italia
Insieme alle “Terre del Monviso” (Regione Piemonte) e al “Parco Regionale Sirente Velino (Regione Abruzzo), la “Montagna del Latte” dell’Appennino reggiano è quindi tra le prime Green Community d’Italia.
Il nuovo progetto pilota dell’Emilia-Romagna permetterà di sperimentare i modelli di intervento che un prossimo bando del Pnrr consentirà di avviare nelle prime trenta Green Community italiane. Si tratta di un modello di sviluppo della comunità orientato alla sostenibilità e alla transizione ecologica che nella montagna emiliana potrà partire dal successo di quanto realizzato dalla Snai (Strategia Nazionale per le Aree Interne), con l’accordo di programma quadro del 2018 alla base del progetto della “Montagna del Latte”.
La “Montagna del Latte” si pone l’obiettivo di dare maggior rilievo e centralità alle politiche per la sostenibilità, alla realizzazione delle Comunità energetiche e alla diffusione delle rinnovabili, ma anche alla valorizzazione dei servizi ecosistemici, all’affermazione di nuovi modelli agricoli in linea con le sollecitazioni del cambiamento climatico.
“Temi sui quali”, sottolineano al Dipartimento per gli Affari regionali dell’Emilia Romagna – “la comunità lavorerà a stretto contatto con la Regione e con il Governo per sperimentare soluzioni innovative replicabili altrove”.
Commentando la buona notizia, il presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha detto che «Questo riconoscimento premia il lavoro di un’intera comunità, che ha voluto e saputo promuovere i naturali punti di forza del territorio: l’agroalimentare con la filiera del Parmigiano Reggiano, ma anche le eccellenze ambientali e paesaggistiche, il turismo e la cultura, puntando allo stesso tempo sulla crescita dei servizi e sulla valorizzazione del capitale umano».
«Sono convinto», ha concluso Bonaccini, «che la possibilità di realizzare uno sviluppo di qualità e inclusivo passi proprio dalla capacità di valorizzare i territori appenninici, per contrastare lo spopolamento e dare ai giovani opportunità concrete di vita e di lavoro. È questa la scelta che stiamo facendo in Emilia-Romagna».
4 aprile 2022