L’Alto Adige ha la sua mozzarella di bufala, da animali nutriti ad erba

Nodino di bufala
foto Caseificio Amò©

Il loro muggito è senza dubbio insolito, in questo paesaggio. E anche il latte che producono lo è. Siamo nel Comune di Renon, in località Soprabolzano, a circa venti chilometri di strada dal capoluogo altoatesino – meno di dieci in linea d’aria – e stiamo parlando di bufale. Le prime bufale mediterranee, in un allevamento dell’Alto Adige.

L’azienda agricola (Maso Untermigler) è quella di Elisabeth Vigl e Simon Döwa, giovani contadini legati alle tradizioni della loro terra ma al tempo stesso amanti delle sfide, e con la giusta determinazione a mettersi in gioco. Grazie alle loro non comuni doti e agli stimoli giunti da chi il latte lo trasforma – nella fattispecie i titolari del Caseificio Amò di Cornedo all’Isarco – nel 2019 i due decisero d’imbarcarsi in una vera e propria avventura: quella di allevare bufale ben più a nord di quanto in Italia sia mai stato fatto.

Bene, dopo tre anni d’esperienza, con questi animali e con il loro “oro bianco”, dopo prove pratiche, test e messe a punto operate dalle due aziende, il primo prodotto – una mozzarella di bufala forgiata a mano – è stato presentato ufficialmente, mercoledì scorso, 8 giugno, alla presenza di autorità e stampa locali.

Per quanto prodotta, al momento, in quantitativi modesti, la mozzarella di bufala va così ad aggiungersi ad un paniere alimentare – quello altoatesino – già ricco e importante. Nel presentarla, Omar Signori, fondatore del Caseificio Amò, ha voluto sottolineare che «il territorio offre condizioni ottimali per questo animale: si tratta di una razza robusta e resistente, famosa per il suo latte, ricco e pregiato».

«La nostra ricerca», ha proseguito Signori, «ci ha fatto incontrare Simon ed Elisabeth Döwa, una giovane coppia, che vive e lavora all’Untermigler Hof di  Soprabolzano, che hanno dato ospitalità a cinque giovani bufale (e a un toro, ndr). Come Caseificio Amò abbiamo accolto la sfida, provando a lavorare il latte di bufala per trasformarlo in mozzarella».

Un prodotto “di nicchia” che dà lustro al paniere altoatesino

La conferma di quanto l’amministrazione pubblica locale sia attenta alle realtà innovative è giunta dalla presenza dell’assessore agricolo Arnold Schuler alla presentazione. Alludendo al progetto, denominato “Bufale in Alto Adige”, Schuler ha sottolineato che «si tratta di una nuova opportunità per il nostro territorio. Un nuovo prodotto dell’economia circolare territoriale che valorizza le risorse che abbiamo a disposizione. I prodotti di nicchia stanno diventando sempre più importanti per il nostro territorio, e noi dobbiamo puntare sulla regionalità».

13 giugno 2022