Cremona: smascherati padre e figlio veterinari, autori di gravi illeciti sanitari

Agenti dei Nas in azione
foto Carabinieri Nas©

Avevano organizzato un vero e proprio sistema criminale, due veterinari operanti nella provincia di Cremona: il padre, 59 anni, con una lunga carriera alle spalle nel servizio pubblico, e il figlio, 26, ai primi passi come consulente aziendale.

Leonardo e Luca Provana, questi i loro nomi, sono finiti agli arresti domiciliari all’inizio della scorsa settimana, rei di aver occultato gravi casi sanitari, per favorire allevatori e altri operatori, che da un lato erano seguiti dal figlio, dall’altro sottoposti ai non-controlli del padre.

Il sistema di collusione architettato in barba ai più basilari dettami della deontologia professionale è stato scardinato grazie alla segnalazione di una veterinaria, che ha poi dovuto subire le minacce del titolare dello stabilimento oggetto dell’illecito, per aver evidenziato le irregolarità da cui l’inchiesta – denominata Officium – è poi partita.

In quest’ultima vicenda i due sono accusati di aver occultato un caso di positività alla listeria in un importante stabilimento di macellazione della provincia della loro provincia. Secondo gli inquirenti non si tratterebbe della prima frode architettata da padre (che è direttore del distretto veterinario di Crema) e figlio.

Martedì scorso i due si sono difesi a oltranza, nelle cinque ore e mezza degli interrogatori condotti dalla giudice Elisa Mombelli e dalla pm Vitina Pinto. Negando ogni pur grave evidenza emersa dagli atti delle indagini, i due si sono dichiarati estranei ai fatti contestati.

Le accuse mosse loro sono quelle di corruzione per omissioni e favoritismi nel settore agroalimentare, e di frode in commercio per la sostituzione di etichette e la falsificazione di scadenze. 

Numerosi i casi documentati in cui il padre, in­for­ma­to dal fi­glio del­le gra­vi non con­for­mi­tà ri­le­va­te nel­le azien­de clienti, ave­va as­si­cu­ra­to co­per­tu­ra to­ta­le, omet­ten­do di in­ter­ve­ni­re e di emet­te­re i dovuti prov­ve­di­men­ti.

Nel maggio scorso, ad esempio, Leonardo Provana avrebbe garantito copertura ai titolari del caseificio Madonna della Neve di Sergnano per risolvere le non poche problematiche relative alla sicurezza alimentare evidenziate dal figlio (rietichettatura fraudolenta di un lotto di prodotti caseari, sversamento illegale del siero e dell’acqua di processo, etc.).

Ad fronte dei “favori” esercitati presso i clienti, il figlio Luca otteneva la conferma dell’incarico di consulenza dalle aziende coinvolte (diciotto, quasi tutte nel territorio di Crema). Cospicuo il bottino ottenuto: 63mila euro nei primi otto mesi dello scorso anno.

L’Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) si è prontamente espressa in merito alla vicenda, comunicando il proprio sconcerto, stigmatizzando i gravissimi illeciti e l’assoluta indegnità professionale dei due tesserati.

“In attesa che la magistratura accerti le responsabilità individuali e che l’Ordine agisca di conseguenza”, si legge in una nota stampa diffusa dall’associazione, “la professione veterinaria ha il dovere di manifestare pubblicamente, una netta presa di distanza da situazioni deprecabili, che offendono la fede pubblica e la professione veterinaria tutta”.

L’Anmvi ha poi indirizzato un messaggio di plauso alle veterinarie “che hanno interpretato fino in fondo il ruolo di garanzia della sicurezza alimentare”, sopportando intimidazioni e tentativi di ritorsione.

31 ottobre 2022