Una lunga scia di sangue macchia i territori della Bassa Lombardia, dalla Brianza, all’estremità nord della provincia di Cremona, passando per il lodigiano. E toccando, a quanto sembra, anche la bergamasca.
I connotati di un vero thriller ci sono tutti – dalle sevizie inferte alle vittime con cieca crudeltà a una sorta di rituale che sembrerebbe caratterizzare alcuni episodi – ma il sangue non è umano stavolta, per fortuna, bensì bovino.
Da un mese e mezzo a questa parte gli investigatori delle tre province sono impegnati nel tentativo di sciogliere i molti nodi di un vero e proprio giallo che – a quanto pare – inizierebbe a rivelare alcuni sommari punti fermi. Primo tra tutti l’esistenza di uno o probabilmente più maniaci che feriscono, mutilano, uccidono bovini con fredda lucidità, usando prevalentemente armi da taglio.
Tutto sarebbe iniziato con l’episodio più grave, registrato il 13 ottobre scorso nella stalla della Cascina Fornelli di Secugnago (Lodi), con il mungitore che, di prima mattina, trovò decine di vacche – due morte, altre ferite più o meno gravemente – colpite con particolare veemenza, verosimilmente con coltelli molto ben affilati.
Nessuna rivendicazione, pochi indizi che caratterizzarono il caso: un’azione compiuta in breve tempo, con palese determinazione e nessuna sbavatura. Clamorosa l’evoluzione della mattanza: ai due capi trovati morti la mattina del ritrovamento se ne sono aggiunti altri quattordici, a causa di complicazioni. E a queste prime sedici ne vanno sommate altre dieci – dello stesso allevamento – avviate al macello a causa di infezioni sopraggiunte.
Poi, tra i casi più rilevanti, quello registrato il 31 ottobre a Rivolta d’Adda, nel cremasco, dove ad essere colpito è stato l’allevamento della famiglia Riva. Qui una sola vacca uccisa e decapitata e la testa dapprima scomparsa, poi ritrovata giorni dopo nel comune di Cornate d’Adda.
Da sottolineare un altro episodio inquietante, occorso venti giorni dopo nello stesso allevamento: un bovino deceduto per una malattia non meglio precisata venne messo fuori stalla e fu programmato per il giorno dopo il ritiro, da parte di un’azienda specializzata. All’arrivo del veterinario, la mattina seguente la carcassa risultava mutilata di orecchie e capezzoli: particolari anatomici che il giorno prima erano presenti sull’animale morto. Chi li aveva recisi e portati via nottetempo? Un mistero.
A breve distanza da Rivolta, nel comune di Agnadello, nelle ultime ore del mese di ottobre una bovina di cinque anni veniva ucciso da sconosciuti presso la Cascina Mirandolina, in circostanze ritenute assai sospette dagli investigatori: si parla di un grande squarcio alla gola ma anche di un grosso foro all’altezza della carotide, da cui fuoriusciva molto sangue; una traccia interpretata da alcuni come un possibile morsicamento di cani, o di lupi.
Sul fronte delle indagini i Carabinieri di Crema, che hanno avviato le indagini, non sono riusciti ad ottenere ancora molte prove tangibili, quindi al momento non escludono nessuna possibile pista. Dalle indiscrezioni trapelate si starebbero però orientando verso l’ipotesi di una persona affetta da disturbi psichici, anche se l’ipotesi dei lupi non appare inverosimile.
Nel loro indagare in maniera sempre più dettagliata tra le denunce presentate in Lombardia negli ultimi due mesi, gli inquirenti hanno registrato diversi altri episodi già ritenuti “minori” o trascurabili, ma con caratteristiche riconducibili ai più gravi sin qui descritti. Uno di essi, risalente ai primi di ottobre e occorso in San Pellegrino Terme, vide due vacche ferite entrambe alla gola, anche se in maniera non molto grave. Se anche questo caso fosse ascritto nella medesima indagine, il territorio in cui il fenomeno si è registrato si amplierebbe non di poco, ovvero sino alla bergamasca.
Ma non solo, perché anche dalla Brianza potrebbero giungere nuovi sviluppi: dalla zona di Monza infatti sono arrivate altre è più recenti segnalazioni di bovini feriti e mutilati, che – per le modalità delle “esecuzioni” – farebbero propendere per l’ipotesi di un’unica possibile “mano”. O zampa.
5 dicembre 2022