
Gli allevatori della Bassa Lombardia vivono ancora nell’ansia, per le incursioni del “killer delle vacche”, che nei giorni scorsi ha colpito ancora, in una stalla di Cambiago, nella Martesana, allungando la scia di sangue che nelle settimane scorse aveva toccato la Brianza, la provincia di Cremona, e il lodigiano.
Ad essere uccisa, sgozzata come già accaduto ad altre decine di capi nei mesi scorsi, è stata una vacca di razza Frisona: un taglio netto e profondo alla gola, sangue sparso tutt’attorno è l’animale trovato dai titolari ancora caldo, prima che facesse giorno, nella notte tra sabato e domenica della passata settimana.
Gli inquirenti brancolano ancora nel buio: le ipotesi più accreditate parlano di un maniaco che agirebbe da solo senza un motivo apparente, forse solo per crudeltà. Altra ipotesi, quella che si tratti di più persone, magari appartenenti ad una setta, che compie riti che includono il sacrificio animale.
Tra le ipotesi avanzate nelle scorse settimane verrebbe ora esclusa quella delle predazioni di lupi, o di cani selvatici: i referti dei veterinari parlano sempre più di tagli netti e profondi, eseguiti con lame lunghe e affilate. E di mani esperte, che sanno dove e come colpire.
Gli investigatori lavorano raccogliendo e incrociando dati, per cercare collegamenti tra i vari episodi, ipotizzando che dietro al fenomeno ci sia una persona, con o senza complici. Che ogni volta, di notte, entrano, uccidono e se ne vanno senza lasciare traccia.
Un fatto è certo, al momento: col passar del tempo e col crescere dei timori, un numero crescente di allevatori si sta attrezzando con sistemi di videosorveglianza, che prima o poi potrebbero catturare immagini utili per identificare il “killer delle vacche”.
19 dicembre 2022