Granarolo elimina il latte fresco per via dei resi. I consumatori la stroncano

Il quartier generale Granarolo
foto Granarolo SpA©

Era successo diversi anni fa con alcuni latti particolari – non molto venduti, come il biologico – che aziende di rilevanti dimensioni, impegnate in una capillare e dispendiosa distribuzione nazionale decidessero di cancellare dalla propria gamma di prodotti le tipologie con maggiori criticità (deperibilità) e maggiori resi.

Una questione di mero contenimento dei costi – con una forte incidenza sul profitto – che non poteva non innescare cambiamenti rilevanti sul piano delle abitudini alimentari della gente.

Complice una dicitura legale sì, ma ingannevole per i più, quella di “pastorizzato ad alta temperatura” (checché se ne dica, il trattamento Esl – extended shelf-life – giungendo sino a 135ºC, è più vicino all’Uht che alla pastorizzazione), la gran parte dei consumatori, quella sempre più ampia che non usa il proprio palato per capire cosa sta consumando (il latte in questione ha il tipico gusto di “cotto” o di “caramellato” dovuti allo stress termico), si è fatta così abbindolare, accettando più o meno coscientemente, di perdere qualcosa.

Una scelta troppo grave per non essere comunicata dall’azienda

Sorprende un po’ che Granarolo abbia fatto una scelta così importante senza dedicarle uno straccio di comunicato stampa. Forse chissà, perché nel breve spazio di poche ore, venerdì scorso, avrebbe trovato tre testate (Green Me, Il Fatto Alimentare, Today) disposte a trattare la questione con ampia benevolenza, presentandola ai propri lettori più per gli aspetti positivi (assai pochi) che non per altro.

Pochi e di facciata comunque gli elementi proposti: dall’”allungamento della shelf-life del prodotto, che passa da sei a dieci giorni” al “prodotto che durando di più ha maggiori possibilità di essere consumato prima della scadenza”, riducendo quindi lo spreco.

Vista dalla parte della massa, la questione si inserisce nel contesto di un mercato che ha ben dimostrato da anni di essere disponibile a barattare la qualità con una presunta comodità, e con un prezzo più basso: sempre meno latte fresco quindi negli scaffali, sempre più latte uht, con la gente che sembra non preoccuparsi né di valori nutrizionali al lumicino (servirebbe informarsi) né di un gusto indecente (servirebbe porre attenzione).

L’opinione dei tre giornali e la realtà di chi tutela i consumatori

“La scelta di Granarolo di non produrre più latte con scadenza a sei giorni”, racconta il sito web Green Me”, “ha l’obiettivo di ridurre gli sprechi – soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, dove la maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale di ciò che mangiamo si unisce a una diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori”.

“…il latte Esl”, spiega invece il quotidiano online Today, “viene pastorizzato a una temperatura più elevata rispetto al latte fresco, senza nessun ulteriore processo meccanico, mantenendo le caratteristiche nutrizionali e di buon gusto del latte e aumentandone la durata di conservazione in frigorifero fino a circa 25-30 giorni”.

Dal canto suo, Il Fatto Alimentare sottolinea invece che “La nuova confezione di latte Granarolo impiega lo stesso latte italiano di prima e il contenuto di proteine, grassi, carboidrati e calcio è identico. Anche il gusto è praticamente lo stesso”.

Affermazioni di fronte alle quali non possiamo non suggerire, a chi ha scritto i tre articoli, e ai nostri lettori, di consultare quanto pubblicato dal Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano nel pezzo intitolato “Cos’è esattamente il latte “a lunga durata”?”. Il testo, che attinge a fonti scientifiche e riferisce dati certi e riscontrabili, ben spiega le grandi differenze tra il latte pastorizzato e il latte pastorizzato ad alta temperatura.

Trancianti i giudizi su Trust Pilot

In ultimo, anche per affrancare i consumatori dall’immagine di un unicum incoscientemente passivo, suggeriamo la lettura dei commenti che tre di essi hanno dedicato alla “novità” della cooperativa bolognese sulla piattaforma Trust Pilot:

Il latte fresco non è più fresco Il latte fresco non è più fresco! 11 gg di scadenza non portano un prodotto fresco… Odore pessimo! Imbevibile! Ho cambiato marca. Data dell’esperienza: 14 febbraio 2023

+Sono una consumatrice del latte…ed il nuovo latte con scadenza prolungata non è affatto buono  +Sono una consumatrice del latte Granarolo da una vita, ma mi trovo costretta a cambiare marca mio malgrado. Da quando avete prolungato la scadenza del latte non so che cosa ci avete messo dentro, l’odore non è affatto gradevole ed inoltre oggi ho riscaldato il latte intero con scadenza 09 febbraio, non l’ho potuto bere subito per via di una telefonata, quando dopo qualche minuto volevo berlo il latte si era trasformano in una pappa tipo ricotta maleodorante. Mi dispiace tanto ma credo che perderete molti consumatori. Data dell’esperienza: 06 febbraio 2023

Comprato il latte fresco con 11 giorni… • Comprato il latte fresco con 11 giorni di scadenza ma esce un odore strano avete cambiato qualcosa per far sì che la scadenza si sia allungata di tanti giorni morale della favola ho dovuto buttare 1,89 e ho acquistato un altra marca penso che man mano che le persone se ne accorgono perderete tanti ma tanti clienti e dovete solo chiudere, peccato che per fare delle scelte di business ci va di mezzo sempre il cliente finale. Data dell’esperienza: 18 gennaio 2023

Qui invece tutte le recensioni che gli utenti di Trust Pilot hanno dedicato ai prodotti e al servizio Granarolo. Buona lettura (si fa per dire) a tutti!

20 febbraio 2023