Parmigiano: la Ausl reggiana chiude un caseificio di montagna per gravi carenze sanitarie

Carabinieri dei Nas
foto Comando Carabinieri di Parma©

Di caseifici in Italia ne vengono sanzionati diversi, talvolta per frode, più spesso per motivi igienico-sanitari, e a dire il vero la zona di produzione del Parmigiano Reggiano vede di rado le forze dell’ordine intervenire per multare qualche produttore.

Mercoledì scorso, 1º novembre è stato il giorno dell’eccezione – che speriamo confermi la regola – perché una struttura produttiva di quel formaggio, sulla montagna di Reggio Emilia, è stata chiusa a seguito di un controllo dei Nas di Parma.

I militari dell’arma, rilevate varie e gravi carenze igienico sanitarie, hanno richiesto l’intervento del Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria dell’Usl di Reggio Emilia i cui ispettori – rilevate gravi irregolarità – hanno decretato la chiusura della struttura. 

Molta la sporcizia presente, tanto nei locali di produzione quanto in quelli di stagionatura. Oltre ad essa sono stati riscontrati vari agenti infestanti, ragni e ragnatele, ma anche escrementi di animali, e formazioni di muffe. Come se ciò non bastasse, la struttura ha evidenziato una serie di crepe nelle pareti e la carenza di barriere di protezione alle finestre, per impedire l’ingresso di insetti. Il personale dell’Ausl ha rilevato inoltre la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo relative proprio al monitoraggio degli agenti infestanti.

Per tali motivi, su richiesta dei militari dei Nas, l’Ausl ha quindi disposto la sospensione immediata della produzione, sino al ripristino delle idonee condizioni igienico-sanitarie. Le varie irregolarità hanno comportato anche una sanzione amministrativa a carico del legale rappresentante del caseificio, per complessivi 3mila euro, con segnalazione all’Autorità amministrativa e sanitaria, che disporranno gli ulteriori provvedimenti di rito.

8 marzo 2023