Pieno successo per la 22ª edizione della mostra di bovini di razza Reggiana

Asia Ferretti e una sua manza di razza Reggiana
L’allevatrice Asia Ferretti – foto Studio Arlotti©

Si è tenuta nello scorso fine settimana a Cavriago, in provincia di Reggio Emilia, la 22ª edizione della Mostra Nazionale di Bovini di Razza Reggiana, nell’ambito della 217ª Fiera del Bue Grasso. L’appuntamento, nato dalla storica collaborazione tra il Comune reggiano e l’ANABoRaRe (Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Reggiana), ha fornito l’occasione per organizzare un convegno che – al di là delle ovvie finalità divulgative – si prefiggeva di coinvolgere la popolazione in una presa di coscienza sugli alti valori che l’allevamento bovino di questa razza ha sul territorio.

A giudicare dalla partecipazione, la mostra ha centrato appieno l’obbiettivo di riavvicinare le persone e le famiglie a questa antica razza, valorizzando la competenza, la professionalità e l’impegno dei suoi allevatori. Al centro della proposta, oltre alle tematiche relative all’allevamento, si è parlato di latte e formaggio, e di un mestiere antico come quello del casaro in cui innovazione e ricerca accompagnano la tradizione senza mai snaturarla.

Bovina di razza Reggiana
foto Studio Arlotti©

Il concorso di razza

Come tutte le mostre di razza che si rispettino, anche quella di Cavriago ha offerto agli allevatori l’opportunità di presentare i propri animali nell’ambito di una sana competizione, e di testimoniare il senso d’appartenenza a una comunità che si dimostra fiera di aver salvato la Rossa Reggiana dal rischio di estinzione. 

La mostra, riservata ad animali iscritti al libro genealogico di razza, era inclusa nel progetto “Dual Breeding Fase 2”, approvato dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che coinvolge le sedici razze bovine italiane a duplice attitudine. Lo scopo dichiarato dal progetto è quello di promuovere e sostenere l’allevamento di queste razze, nell’ambito di un modello alternativo di zootecnia bovina ecosostenibile.

Enrico Baiocchi, allevatore di vacche di razza Reggiana
Enrico Baiocchi, vincitore del premio “Campionessa della mostra” – foto Studio Arlotti©

Due i premi più prestigiosi

Quindici gli esemplari iscritti alla competizione andata in scena domenica, e due le vincitrici dei premi più prestigiosi: quello di “Campionessa assoluta della mostra”, assegnato alla bovina Enrico Maila della Azienda agricola Andrea Baiocchi (allevatore Enrico Baiocchi) di Gattatico, e quello relativo al “Premio speciale Mario Guardasoni”, assegnato dagli studenti dell’Istituto agrario “A. Zanelli” alla bovina più rustica: la Baslouna della Società Agricola Quercia Rossa di Ugo Franceschini, sita in Prato di Correggio.

«Grazie alla positiva collaborazione col Comune di Cavriago», ha sottolineato il presidente di ANABoRaRe, Ugo Franceschini, «riusciamo a dimostrare il lavoro eccellente che gli allevatori fanno nelle loro stalle per il miglioramento genetico delle Vacche Rosse, che hanno dato i natali al formadio, il padre del Parmigiano Reggiano già nel XII secolo». «Il pubblico che è venuto ad ammirare i nostri animali», ha concluso Franceschini, «ha dimostrato il forte apprezzamento per questa razza identitaria». 

Gli altri premi assegnati

Oltre alle vincitrici dei riconoscimenti più prestigiosi, i premi di categoria sono stati così assegnati:

  • 1ª classificata per la categoria manzette 10 – 18 mesi la bovina Vittoria di Tenuta agricola Il Falco di Bonacini Alessandro (Cacciola di Scandiano). 
  • 1ª per Manze da 18 a 28 mesi la bovina Genna della Soc. Agricola Quercia Rossa di Ugo Franceschini (Prato di Correggio). 
  • Nella categoria Vacche in primo parto in latte fino 36 mesi ha vinto la bovina Venere di Il Borgo delle Vacche Rosse di Asia Ferretti (Vezzano sul Crostolo). 
  • Per Vacche fino a 5 anni in latte ha vinto la bovina Fiorina di Arbor Felix di Giorgio Borghi (Gavassa); per le Vacche oltre i 5 anni in latte ha vinto la bovina Enrico Maila della Azienda agricola Andrea Baiocchi, allevatore Enrico Baiocchi, (Gattatico). 
  • Infine, Miglior mammella alla bovina Venere de Il Borgo delle Vacche Rosse della giovane allevatrice Asia Ferretti (Vezzano sul Crostolo).

La genetica per la valorizzazione della razza bovina Reggiana

La mostra nazionale dei Bovini di Razza Reggiana è stata preceduta, nella giornata di sabato, dall’evento divulgativo intitolato “La genetica per la valorizzazione della razza bovina Reggiana”, iniziativa promossa dal progetto Dual Breeding fase 2 per la valorizzazione delle razze a duplice attitudine.

Tre gli esperti, tutti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna, a trattare i temi in programma: il Dr. Samuele Bovo è intervenuto sul genoma della razza bovina Reggiana e sulle sue caratteristiche, sul sequenziamento del genoma bovino e sull’identificazione dei marcatori del Dna. A trattato poi degli importanti strumenti per studiare la variabilità presente entro una stessa razza e tra diverse razze.

Particolare interesse hanno destato il ruolo dei marcatori nelle mutazioni che determinano il colore del mantello fromentino, caratteristico della razza Reggiana. Lo studio di associazione tra marcatori del Dna e caratteristiche fenotipiche e produttive nella razza Reggiana ha permesso di capire quali parti del genoma influenzano queste caratteristiche.

Molto partecipato anche l’intervento della Prof.ssa Stefania Dall’Olio, che ha parlato delle proprietà del latte della razza Reggiana, particolarmente idoneo per la caseificazione e delle particolarità che derivano dai geni delle proteine del latte, codificati a livello del genoma delle bovine. 

Infine, l’intervento della Dott.ssa Giuseppina Schiavo, che ha ricostruito la storia antica e recente della razza Reggiana proprio attraverso la genomica, branca della biologia molecolare che ha permesso di ricostruire la storia della razza Reggiana sin dalle sue origini.

Venendo all’oggi, le informazioni più utili per la gestione quotidiana dell’allevamento derivano dalla storia recente degli animali, cioè dal loro pedigree e quindi dalla loro consanguineità. Anche in questo caso ci viene in aiuto la genomica, che permette di stimare la consanguineità, a partire da dati di pedigree. Le informazioni genomiche inoltre permettono di correggere eventuali errori genealogici.

L’incontro si è concluso con la condivisione di un concetto fondamentale per la crescita della comunità di allevatori di bovina Reggiana, ovvero dell’importanza di una corretta genealogia degli animali allevati per una buona pianificazione degli accoppiamenti, con l’obiettivo di ridurre o limitare il più possibile la consanguineità tra i capi.

29 marzo 2023