Il Bitto Dop è finito nell’occhio del ciclone, a causa di gravi illeciti di pochi operatori che, con il loro fare, compromettono l’immagine e l’attività di tutti. Mercoledì scorso, 31 maggio, agenti della Guardia di Finanza (Comando provinciale di di Sondrio) e ispettori dell’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi del Masaf) hanno operato delle perquisizioni mirate in alcune stalle e caseifici, riscontrando gravi infrazioni al disciplinare di produzione.
L’azione degli inquirenti era stata avviata nel 2022 (con perquisizioni, sequestri di materiali e documentazioni) e aveva preso spunto da alcuni indizi di contraffazione riscontrati sul mercato: stando a quanto trapelato in questi giorni, gli allevatori somministravano mangime – per di più scadente – alle proprie vacche, superando puntualmente i limiti massimi consentiti. Il loro obiettivo era produrre di più, anche lontano dai pascoli, quindi fuori stagione.
Da un comunicato della Prefettura di Sondrio si apprende che l’operazione è attualmente nella fase delle indagini preliminari, e che quindi non sono state ancora formalmente contestate le ipotesi di reato. “I risultati operativi”, si legge nel comunicato , “confermano l’importanza del sistema dei controlli antifrode nel settore agroalimentare affidato all’Icqrf che, grazie alle specifiche competenze tecniche e investigative, dispone di strumenti idonei al perseguimento degli illeciti nel settore delle denominazioni di origine protetta”.
Delle otto aziende coinvolte sono state comunicate unicamente le dislocazioni delle attività: quattro si trovano nel territorio di Sondrio, uno nella zona di Morbegno e tre in Valchiavenna.
7 giugno 2023