Rifiuti pericolosi a Clavesana: il messaggio di Beppino Occelli contro il progetto Cement

Beppino OccelliLa comunità di Clavesana, paese delle Langhe cuneesi, dice no alla realizzazione di un deposito per rifiuti pericolosi nella propria area artigianale, a breve distanza dal centro abitato e dalle anse del fiume Tanaro. È accaduto ieri, martedì 21 novembre, nei locali della Provincia di Cuneo, con gli interventi di esperti, dei responsabili degli enti preposti alla salute pubblica e al governo del territorio e della società civile, costituitasi nel “Comitato per il No”

Al centro del dibattito – e delle preoccupazioni di chi vive in quel comprensorio – c’è il progetto della Cement Srl che intenderebbe costruire lì un deposito di rifiuti pericolosi. 

L’iniziativa, che ha destato molti interrogativi e forti resistenze, in primo luogo di carattere ambientale, ha coinvolto nella Conferenza dei Servizi tutte le parti in causa con diritto di intervento: dal Comune di Clavesana alla Asl Cn1, dall’Arpa Piemonte ai Vigili del fuoco, dalla società del locale acquedotto, la Alac, alla Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio, dal Gal Mongioie alla Provincia di Cuneo.

Il presidente della Conferenza, valutate le molte relazioni presentate, inclusa quella del “Comitato per il No”, ha decretato una pausa di dieci giorni, entro cui i tecnici e gli avvocati Cement verranno chiamati a produrre le integrazioni e le controdeduzioni richieste in merito al progetto. In caso contrario, l’impianto di deposito rifiuti non verrà autorizzato.

Ad esprimersi sulla vicenda attraverso molti giornali locali, la settimana scorsa, era stato anche Beppino Occelli, titolare dell’omonima azienda casearia di Farigliano, distante meno di 4 chilometri dal luogo in cui dovrebbe sorgere il deposito per rifiuti pericolosi.

“Sono profondamente preoccupato da questo progetto”, aveva scritto Occelli, “che vedrebbe un grande deposito di rifiuti a Clavesana, sul confine con Carrù e Farigliano, nel cuore del territorio a cui ho dedicato una vita. Per me tutto è partito da Farigliano nel 1976 e ho voluto mantenere qui la sede e gran parte del lavoro perché credo in questa terra”. 

“Grazie all’impegno di tante persone e di tanti anni”, ha proseguito l’imprenditore fariglianese, “quest’area è diventata un punto di riferimento per il settore agroalimentare: per i vini, il formaggio, il burro, la carne di razza piemontese, le nocciole, la birra artigianale. Una reputazione preziosa che potrebbe essere compromessa in modo irrimediabile da un progetto che porta in una direzione completamente diversa”.

“Se il contesto è accogliente, sano, pulito, bello”, ha aggiunto Occelli, “le persone che lavorano nelle aziende come la mia potranno, sempre più, scegliere di avere qui la propria casa, portare i figli a scuola, eccetera. Altrimenti preferiranno vivere altrove e viaggiare per raggiungere il posto di lavoro. E questi paesi continueranno a svuotarsi”.

“Mi auguro”, ha concluso Occelli, “che le istituzioni siano sensibili a questo appello, che si aggiunge a quello di tanti altri imprenditori, di tanti Comuni e della stragrande maggioranza della popolazione”.

22 novembre 2023