Vico Equense, ci risiamo: il “vizietto” di affumicare i latticini bruciando rifiuti non rappresenta più un caso isolato, se è vero com’è vero che non uno ma due caseifici sono stati sanzionati per questa stessa ragione a distanza di due mesi l’uno dall’altro (del precedente riferimmo in ottobre).
Ben inteso: un secondo episodio in così poco tempo di certo non può indurre a pensare che tutti in quell’area geografica pratichino l’illecito ma quantomeno di nutrire il sospetto che una certa tendenza verso di esso potrebbe essere diffusa, in alcuni soggetti, un po’ per ignoranza, un po’ per una sorta di consuetudine verso l’”approssimazione”.
E forse è proprio per questo sentore che i controlli sono stati messi in atto e ripetuti – finalmente! – mirando ad un comparto in cui taluni soggetti, è evidente, non sentono appieno né il dovere di rispettare le leggi né la necessità di tutelare la salute dei consumatori.
Fatto sta che a finire nei guai, giovedì 30 novembre, è stato il titolare di un caseificio di Vico Equense, nella Penisola Sorrentina. All’imprenditore, un quarantenne del luogo, i Carabinieri hanno sequestrato tutte le attrezzature e i prodotti alimentari presenti nel laboratorio. Dalle prime evidenze, i militari – appartenenti al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Napoli – hanno accertato che nel laboratorio i prodotti venivano affumicati utilizzando rifiuti combusti e scarti di produzione.
Altri due caseifici nei guai, a Gragnano e Castellammare di Stabia
L’attività di controllo dei militari, proseguita venerdì 1º dicembre, ha portato all’individuazione di altri gravi illeciti nei Comuni di Gragnano e Castellammare di Stabia, sempre in Penisola Sorrentina: qui i Carabinieri, assieme a funzionari dell’Ispettorato del Lavoro, hanno scoperto in due strutture fatiscenti alcuni lavoratori in nero intenti a produrre mozzarelle e scamorze. Assieme ai latticini sono stati sequestrati olii alimentari , pane e insaccati.
6 dicembre 2023