Malagiustizia: solo pene pecuniarie a chi rovinò la vita di un bambino

Il Caseificio Sociale di Coredo
Il Caseificio Sociale di Coredo

È giunto al termine con due blande condanne pecuniarie l’iter processuale che vedeva accusati di lesioni personali colpose Lorenzo Biasi e Gianluca Fornasari, che nel 2017 ricoprivano rispettivamente gli incarichi di legale rappresentante e di casaro e responsabile del piano di controllo del Caseificio Sociale di Coredo, in provincia di Trento.

Nel giugno di quell’anno un bambino di quattro anni perse dapprima la vista, per poi diventare progressivamente tetraplegico, colpito da Seu, la sindrome emolitica uremica che nel giro di pochi mesi lo ridusse allo stato vegetativo in cui oggi si trova, con un’invalidità riconosciuta del 100%.

A causare al bambino il danno, purtroppo irreversibile, fu la contaminazione da escherichia coli del formaggio Due Laghi, prodotto in un contesto igienico a dir poco carente. Ad accertarlo, i due consulenti tecnici eletti dalla famiglia della vittima, che hanno dimostrato al cospetto del Giudice di Pace di Cles le molteplici convergenze tra causa ed effetto, riducendo ad “una su un milione” la possibilità che il danno possa essere stato prodotto da una causa terza.

Confrontate queste conclusioni con quelle dei periti della Procura, che hanno espresso una posizione leggermente diversa, indicato in sei su un milione le possibilità di una motivazione diversa, il giudice ha riconosciuto colpevoli del reato di lesioni personali colpose gravissime i due imputati, condannandoli al massimo della pena prevista, vale a dire a una multa di 2.478 euro ciascuno. Un nullità (per questo reato non sono previste pene detentive, ndr), in confronto ad una vita rovinata per sempre e ad un dolore inimmaginabile e definitivo per la famiglia della vittima.

Al termine di un processo durato più di due anni – e a sei anni dai fatti contestati – il processo, passato attraverso consulenze e audizioni di vari testimoni (uno dei quali ha dichiarato di aver visto più volte il tubo dell’autocisterna refrigerata del caseificio cadere a terra, nel letame, prima di essere utilizzato per caricare il latte, ndr) è giunto all’epilogo condannando i due anche al risarcimento delle spese processuali.

Risarcimento danni e frode alimentare

Per quanto concerne il risarcimento danni, sollecitato dalle parti civili e quantificato nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, i familiari saranno costretti ad intentare una causa civile a sè stante, in quanto il giudice di Cles si è dichiarato non competente in materia.

Per un altro capo di accusa infine, la frode alimentare – “per aver immesso nel circuito commerciale prodotti caseari con cariche microbiotiche superiori ai limiti di legge” – Fornasari è stato prosciolto per intervenuta prescrizione, mentre Biasi è stato condannato in via definitiva al pagamento di un’ammenda di 30mila euro.

Le dichiarazioni del padre della vittima ai giornali trentini

Intervistato dalla stampa locale a seguito della sentenza, il padre del piccolo, Giovanni Battista Maestri, si è dichiarato “felice per una sentenza che certifica il nesso causale, la verità e i responsabili” e ha aggiunto di non aver ancora deciso se chiedere il risarcimento dei danni.

Acquisito quello che sembra essere per lui solo un primo risultato, Maestri ha ventilato al quotidiano La Voce del Trentino la possibilità di indire nei prossimi giorni una conferenza stampa “per divulgare fatti e circostanze incredibili emersi durante il procedimento”. Stando a quanto riferisce il quotidiano pare che tali circostanze “riguardino non solo il caseificio di Coredo ma anche il servizio veterinario, il Concast e la Fondazione Mach”.

20 dicembre 2023