Un accordo di collaborazione è stato stipulato nei giorni scorsi tra il Consorzio di Tutela del Grana Padano, l’Aia (Associazione Italiana Allevatori) e la FedANA (Federazione Nazionale delle Associazioni di Razza e Specie), con l’obiettivo di valorizzare il latte destinato alla produzione della suddetta Dop.
A comunicarlo, mercoledì 31 gennaio scorso, è stato il primo dei tre soggetti, con un comunicato stampa in cui si evidenzia come “l’accordo raggiunto tra le parti”, maturato nell’ambito della recente Fiera Agricola di Verona, “sancisce un’alleanza strategica che inquadra alcune azioni miranti a condividere una serie di dati raccolti in particolare nell’ambito dei progetti gestiti dalle Ana (Associazioni Nazionali Allevatori) socie di FedANA e realizzati grazie alla sottomisura 10.2 del Psrn (Programma di Sviluppo Rurale Nazionale)”.
“I dati raccolti e rielaborati”, prosegue il comunicato, “oltre a contribuire a fornire un’immagine più dettagliata delle stalle produttrici di latte per la filiera del Grano Padano, verranno utilizzati in un’ottica di trasparenza e correttezza a beneficio degli acquirenti”.
Le attività realizzate attraverso l’accordo comporteranno il coinvolgimento di singoli allevatori e caseifici interessati, con l’obiettivo di operare di comune intesa nell’ambito della selezione delle bovine da latte. In tale prospettiva i soggetti coinvolti lavoreranno all’individuazione di nuovi fenotipi (caratteristiche casearie e funzionali delle bovine) da rilevare, “con l’obiettivo”, spiega il consorzio, “di caratterizzare in maniera approfondita, sotto il profilo zootecnico e genomico”.
«Con questo accordo», ha precisato il presidente del consorzio Renato Zaghini, «inauguriamo un confronto positivo tra associazioni e Grana Padano per continuare un percorso di innovazione e sostenibilità e per valorizzare ulteriormente la filiera lattiero-casearia italiana».
“L’evento di oggi”, spiegano il comunicato del consorzio, “sancisce l’avvio di una serie di attività sinergiche che porteranno valore tra le realtà produttive della filiera anche mediante la condivisione di dati e know-how di elevata professionalità”.
Nulla di nuovo invece per quanto riguarda l’alimentazione delle bovine destinate alla produzione del suddetto formaggio, che continua a consentire – purtroppo, da disciplinare – l’uso dei foraggi insilati.
7 febbraio 2024