
Sono stati in molti – giornali, giornalisti e politici – ad accusare nei giorni scorsi il Consorzio di tutela del Grana Padano per aver suggerito, in una lettera inviata ai propri consorziati, chi votare alle prossime elezioni europee. E di conseguenza chi non votare.
La vicenda, che giorni fa ha imperversaro sulla stampa nazionale, ha indotto l’ente di tutela a precisare che in nessun modo l’invito è stato indirizzato a favorire una forza politica rispetto alle altre, stante il fatto che i candidati appartengono tutti – nessuno escluso – al partito di Giorgia Meloni e del suo agricolo cognato Francesco Lollobrigida, il politico che passerà alla storia della Repubblica Italiana come “il ministro che parlava alle mucche”. Un partito, Fratelli d’Italia – è bene qui sottolinearlo – che è forte componente della coalizione di Governo.
“In altre occasioni”, spiegano in poche parole i diretti interessati, “avevamo suggerito candidati di altri partiti, sempre e comunque di chi sostenesse la causa agricola”. E sempre e comunque – fateci caso – partiti che portavano con sé il peso delle scelte, delle decisioni e del potere che ha chi ci governa.
“Chi non si astiene”, obietteranno in molti, “il voto dovrà pur darlo a qualcuno, quindi da qualche parte esso dovrà pur finire”. E allora, perché non suggerire di darlo proprio a chi è al Governo? Anche perché – scusate tanto – come recita un detto popolare, “chi amministra, amminestra”. E nell’appoggiare pubblicamente chi ci governa, cosa mai ci sarà di male?
Devono aver ragionato così alcuni commentatori politici, che due conti poi se li sono fatti, scartabellando tra bandi già finanziati, bandi da finanziare e fondi pubblici, sciorinando poi quei numeri senza mezzi termini: “Il Consorzio”, spiega ad esempio il quotidiano online “Open” in un articolo di sabato scorso 1º giugno, “ha partecipato al bando per i contratti di filiera del ministero dell’Agricoltura con un progetto da 16,6 milioni di euro. Sono stati già finanziati 39 progetti per 640 milioni. Il Consorzio si è piazzato al 160esimo posto, ma proprio grazie a Lollobrigida il bando potrà contare su altri 2 miliardi di euro. Che consentiranno di arrivare fino alla fine della graduatoria”.
“Illazioni”, dirà qualcuno. No, numeri. Anzi soldi, denaro. Denaro pubblico, che – come per i voti – da qualche parte dovrà pur finire.
5 giugno 2024
Per approfondire: “Caso Grana Padano, Lollobrigida: “Non ho indicato alcun candidato””