Vallo a sapere chi produce i formaggi che sono davanti al tuo naso. A volte ne hai uno nel piatto con un bell’aspetto e neanche ti chiedi come sia fatta l’azienda che lo produce (basta ti piaccia alla vista, al naso e al palato, vero?) e poi per puro caso vieni a scoprire che il piano di espansione di quella fabbrica (eh sì, non è un piccolo artigiano, come potevi credere) prevede una stalla da 1.200 capi (!) da tirar su nei prossimi anni. Tanto da non dover comprare più il latte da terzi, assicurarsi una qualità costante – non importa se lì attorno chiuderanno un po’ di stalle familiari – e pagarlo persino di meno.
Niente male come storia, per accadere oggigiorno, già che le tematiche calde del settore dovrebbero riguardare il contenimento delle emissioni, l’osservanza della direttiva nitrati, e più in generale il rispetto per l’ambiente. Ovvero il famoso “net zero” da raggiungere entro il 2050 (il dimezzamento nel 2030), più presente purtroppo nei programmi di marketing (green-washing, ndr) delle grandi aziende che non nei loro piani industriali.
Tutti temi ben conosciuti persino dall’uomo della strada, ma non sempre tenuti nel giusto conto dalle agende dei produttori più arrembanti. Aspetti del produrre a cui manca qualcosa, purtroppo, per attaccare le posizioni di vertice, che da sempre sono – in quei personalissimi notes – profitto, fatturato, espansione, competitività, successo (“come dargli torto?”, obietterà qualcuno, “business is business”), e quant’altro ancora di affine ad essi. I temi ambientali purtroppo dimostrano spesso di essere poco “dinamici” ed “energici”, o sufficientemente accattivanti per trovare spazio tra le “cose che più contano”, al netto di soluzioni industriali ricadenti nel contesto della cosiddetta “zootecnia di precisione”, che personalmente non ci convincono sempre.
Non lontano da Treviglio, una mega-stalla da 1200 capi
In sostanza accade, in quel di Brignano Gera d’Adda, 6 chilometri a nord-est da Treviglio, 20 a sud di Bergamo, che la Arrigoni Battista abbia ricevuto dalla propria Amministrazione Comunale il permesso per l’edificazione di una stalla che partirebbe con non meno di 600 capi e che, una volta a regime, dovrebbe ospitarne il doppio, in località Morengo.
Se da una parte autorizzazioni e beneplacito del sindaco morenghese Amilcare Signorelli sono già in cassaforte (il primo cittadino ha parlato di «un intervento importante, e ovviamente lo sviluppo è ben accetto»), dall’altra già si registrano timori e contrarietà di una parte della cittadinanza, riunita nell’associazione “ViviAmo Morengo”.
Alcuni degli esponenti di questa realtà, residenti della zona in cui la stalla verrà edificata si sono espressi sui social media dichiarandosi “non contenti della situazione”, in particolar modo per non essere stati coinvolti nel necessario confronto preventivo dall’amministrazione comunale e perché il “permesso di costruire” è stato “rilasciato all’impresa agricola senza che alla cittadinanza fosse preventivamente comunicato alcunché”.
12 giugno 2024
Per saperne di più su questa vicenda:
Dal sito web dell’azienda
“Il nostro latte”
“Produzione e stagionatura”
Dal sito web di cronaca locale “Prima Treviglio”:
“Stalle “Arrigoni”: in arrivo un allevamento da (almeno) 600 capi, ma i residenti non sono convinti” (07.06.24)
“Mucche alla riscossa a Pagazzano: Arrigoni si espande con una nuova stalla” (07.05.17, aggiornato: 29.01.20)