In Italia abbiamo un ministro dell’agricoltura che non perde occasione per fare brutte figure. Ebbene sì: sembra quasi che il Lollo nazionale – all’anagrafe Francesco Lollobrigida – ci tenga a manifestare la sua scarsa conoscenza del mondo agricolo. Un comparto di certo complesso, che dovrebbe conoscere a menadito ma di cui evidentemente non sa un granché.
Come già visto in altre occasioni analoghe, ovvero scomode, la stampa nazionale tace (forse per non disturbare, ndr), eccezion fatta – oggi – per il sito d’informazione web “Il Fatto Alimentare”, che in un recente articolo ha deciso di vuotare il sacco sulle più recenti topiche del politico. Nel pezzo, pubblicato giovedì 29 agosto, e intitolato “Lollobrigida: i costi degli allevamenti estensivi 10, 20, 30 volte di più! Ma i conti sono sbagliati”, Roberto La Pira – tra i fondatori del quotidiano – traccia un’analisi impietosa, oltre che imbarazzante, del fenomeno.
L’ultima gaffe del ministro – udite udite – riguarda i costi dei prodotti da animali allevati in maniera estensiva: a tale proposito Lollobrigida sostiene che la carne che da essi deriva costerebbe sino a 30 volte (trenta!) di più rispetto a quella “intensiva”. Un’affermazione smentita dai dati di mercato, già che la differenza di prezzo è al massimo di due o tre volte rispetto a quella “convenzionale”. Per commentare ciò La Pira sottolinea che il Lollo nazionale “ha sbagliato l’ordine di grandezza di almeno dieci volte”.
Gli errori sul NutriScore
Ma non solo, perché altre imprecisioni – davvero marchiane – sono state dichiarate dal ministro in merito al Nutri-Score, il sistema di etichettatura a semaforo adottato da molti Paesi europei. Lollobrigida – sottolinea il Fatto Alimentare – ha infatti affermato che il Nutri-Score assegnerebbe un bollino rosso a prodotti come la pasta, l’olio d’oliva e il Parmigiano Reggiano, mentre la verità è che per il suddetto “semaforo” questi alimenti sono contraddistinti da un marchio di colore verde chiaro, giallo o al massimo arancione.
In sostanza, sottolinea La Pira, affermazioni come queste – errate e ripetute nel tempo – diffondono disinformazione, mettendo in dubbio tanto la credibilità del ministro stesso quanto quella del suo staff. “Purtroppo”, conclude l’articolo, “la fake news del bollino rosso sui prodotti principe del made in Italy va avanti da anni e pochi hanno il coraggio e l’onestà intellettuale di smentire il Ministro e di correggere il tiro”.
La prima sbugiardata del ministro nel marzo del 2023
È interessante ricordare come già nel marzo del 2023 il portale web Gift (Great Italian Food Trade), fondato dall’avvocato Dario Dongo, rimarcò i molti e clamorosi errori del ministro a proposito del Nutriscore. L’articolo, intitolato “NutriScore, il professor Serge Hercberg corregge le fake news del ministro italiano” riferì puntualizzazioni e smentite di Hercberg, che del suddetto sistema di etichettatura nutrizionale è l’ideatore.
4 settembre 2024