L’ennesimo caso di Seu (sindrome emolitico-uremica, una malattia pediatrica acuta grave, che può portare alla morte o a gravi invalidità) che a fine novembre in Trentino ha colpito una bambina di un anno di Cortina d’Ampezzo, a seguito dell’ingestione di formaggio a latte crudo contaminato da escherichia coli Stec continua a portare con sé strascichi di vario genere.
Dopo una raffica di ritiri di formaggi disposti dal Ministero della Salute (sei tra il 26 novembre e il 4 dicembre), tutti inerenti il Caseificio Sociale di Predazzo e Moena, aderente al Concast, le polemiche sono salite di tono, in una situazione assai poco edificante che ha avuto un primo tentativo di ricomposizione nel Tavolo della Zootecnia convocato all’inizio della scorsa settimana dall’assessora provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli.
Il vertice, che ha coinvolto, oltre ai diretti interessati (agricoltura e zootecnia, sanità pubblica, ricerca) anche soggetti operanti nei settori del marketing, del credito e dei finanziamenti, è stato orientato ad una severa analisi che dovrebbe preludere ad un’importante ristrutturazione di un comparto segnato – tra l’altro – dalle recenti e clamorose dimissioni di Latte Trento (nel giugno scorso) e Consorzio Produttori Agricoli di Rumo (il 28 novembre) dal Concast.
Il sistema zootecnico Trentino deve ripartire dalla “formazione”
Eloquenti le parole della stessa Zanotelli, diramate dalla puntuale nota stampa della Provincia Autonoma di Trento: «Ci aspetta un grande lavoro per un ulteriore sviluppo (forse meglio “per uscire dalla crisi”, visto il momento, ndr) del settore: un percorso impegnativo rispetto al quale la formazione rappresenta un elemento centrale. Per questo, Fondazione Mach e Accademia d’impresa garantiranno il necessario sostegno, anche con appuntamenti promossi nei territori più distanti dai grandi centri», ha sottolineato Zanotelli, affiancata dal dirigente generale dell’Umst (Unità di Missione Strategica) Agricoltura, Andrea Merz.
«In questo contesto», ha proseguito Zanotelli, «l’Amministrazione provinciale continuerà a fare la sua parte e non farà mancare il proprio sostegno, scommettendo su innovazione e tecnologia” verso una “rinnovata unità e collaborazione che deve mettere da parte liti e personalismi, guardando al bene degli allevatori e alla tenuta del comparto».
Quattro i gruppi di lavoro tecnici e operativi attraverso cui dovrebbe essere introdotto (il condizionale è d’obbligo) il cambiamento, o per meglio dire la “rifondazione”, a partire da obiettivi che verranno definiti entro il prossimo aprile: “Ambiente e territorio”, “Gestione aziendale”, “Trasformazione”, “Strumenti finanziari e Gestione del rischio”.
Una situazione a dir poco non facile, per risolvere la quale non basterà l’ennesima operazione di finanza pubblica che disporrà – attraverso un accordo con il sistema del credito cooperativo – ulteriori fondi per il settore zootecnico, “per un valore complessivo pari a 10 milioni di euro e pari al 36% del totale dei finanziamenti”.
Il dramma della famiglia Maestri e l’esposto in procura
Chi vive con tutt’altro spirito il caso di Seu della bambina ampezzana è Giovanni Battista Maestri, il papà di Mattia, che la medesima malattia (contratta nel 2017 da un altro formaggio a latte crudo, prodotto da un altro caseificio aderente al Concast, quello di Coredo) ha condannato allo stato vegetativo irreversibile (riflettete bene su queste tre parole: “stato vegetativo irreversibile”, ndr). Sabato scorso, 7 dicembre, l’uomo – che assieme alla moglie vive una vita profondamente segnata dalla drammatica vicenda – ha presentato presso la Procura della Repubblica di Trento un esposto nei confronti del Concast e dei caseifici associati per frode in commercio e per aver venduto prodotti dannosi per la salute pubblica.
Lo ha fatto dopo essersi intrattenuto con i giornalisti trentini in una conferenza stampa da lui indetta, due giorni prima di partire per Roma, per partecipare alla presentazione della proposta di legge sull’’etichettatura dei formaggi a latte crudo, avvenuta ieri, su iniziativa del senatore Lorenzo Basso (PD) e dal deputato Matteo Rosso (FdI).
L’impegno di Maestri nasce da un dolore che nessuno potrà mai capire, ma a cui ognuno di noi ha il dovere di avvicinarsi per tentare di comprenderlo, dalle sue parole: «E pensare che quel formaggio a forma squadrata (il Due Laghi del Caseificio Sociale di Coredo, che ha rovinato la vita di Mattia, ndr)», spiega Giovanni Battista, «era indicato come dolce, gustoso, adatto alla merenda dei bambini». Nel venderlo così, prosegue Maestri, «non sono state rispettate le regole igieniche minime, la stagionatura minima (i canonici 60 giorni, ndr), sono stati taciuti i gravi rischi che i prodotti a latte crudo possono avere per i bimbi».
«Oggi Concast parla di controlli severissimi», incalza Maestri, «ma io sono sicuro che le cagliate di latte crudo non sono controllate al 100% e gli ultimi fatti mi danno ragione. Ora si scopre che solo quelle con il marchio Concast vengono controllate al 100%. Vengano a vedere mio figlio: ha trenta crisi epilettiche al giorno, prende quarantasette farmaci per flebo ed è assistito 24 ore su 24».
11 dicembre 2024