Due pastori transumanti abusarono degli animali a loro affidati, maltrattandoli e uccidendone alcuni e per questo il Tribunale di Trento li ha condannati, per quanto lievemente. A sollevare il caso, nel settembre dello scorso anno, fu la Lav – Lega Anti Vivisezione – che da subito puntò i riflettori sulle greggi di due pastori trentini, operanti nella Valle dei Laghi.
Venerdì scorso, 13 dicembre il gip del Tribunale di Trento ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata dagli indagati per i reati di maltrattamento e uccisione di animali, emettendo la sentenza di patteggiamento e di confisca dell’intero gregge. Oltre a ciò, ha disposto, per entrambi gli indagati, la sospensione per quattro mesi delle attività di commercio, trasporto e allevamento.
A seguito di diverse segnalazioni ricevute dallo “Sportello contro i maltrattamenti” di Trento, e grazie al meticoloso e assiduo monitoraggio effettuato dai volontari dell’associazione, i proprietari furono indagati per i reati di maltrattamento e di uccisione perché “in concorso tra loro – anche per omissione, per non aver impedito l’evento di cui avevano l’obbligo giuridico di impedire – e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, avevano cagionato – ovvero avevano consentito che si cagionasse – per crudeltà e senza necessità, la morte di animali ovvero le loro lesioni, ovvero per averli comunque sottoposti a sevizie o a comportamenti o a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”.
Appresa la notizia, la responsabile nazionale Lav dello sportello contro i maltrattamenti, Annarita D’Errico, ha commentato asserendo che «La decisione del Gip ha riconosciuto al proprietario del gregge, e datore di lavoro dei pastori filmati durante le violenze, la piena responsabilità degli animali. È infatti lui che ha l’obbligo di assicurare che gli stessi animali non siano vittime di maltrattamenti e violenze da parte di chiunque, soprattutto se chi maltratta è assunto da lui stesso per la gestione del gregge».
18 dicembre 2024