Terza defezione societaria in sei mesi: la crisi del Concast si fa seria

Sede Concast, Trento
La sede del Concast a Trento – foto Concast©

Da tre settimane non si riesce a non parlare di Concast. Giorno dopo giorno, la situazione del consorzio dei caseifici sociali trentini si fa sempre più critica: l’ennesima defezione societaria – quella della Latteria Sociale di Fondo, avvenuta lo scorso fine settimana – porta l’ente ben oltre la crisi, verso un possibile “svuotamento” che, di questo passo, condurrebbe all’implosione del “sistema latte”” trentino. Una prospettiva verso cui il mondo della cooperazione locale e la politica si stanno già mobilitando.

I fatti

Dopo le dimissioni di Latte Trento, registrate nel mese di giugno, e del Caseificio di Rumo, avvenute a fine novembre, l’uscita della Latteria Sociale di Fondo porta il Concast in una situazione altamente critica – in cui il rischio di emulazione da parte di altri soci si fa concreto – spingendo il consorzio verso un futuro di profonde incertezze.

Per tutte e tre le realtà è iniziato un conto alla rovescia verso l’uscita dall’ente che si concluderà nel 2026, nel rispetto del dispositivo statutario che prevede due anni di preavviso per rendere effettive le dimissioni. Ventiquattro mesi che consentiranno alle parti di riorganizzarsi: verso nuove prospettive di mercato i caseifici; verso un riassetto da definire il consorzio.

I motivi delle dimissioni e la possibilità di un ripensamento

Se da un canto le dimissioni di Latte Trento erano state motivate per divergenze gestionali e per una ridotta convenienza sul livello dei compensi riconosciuti, le decisioni delle due realtà della Val di Non attingerebbero all’assenza di programmazione, ai ritardi nella presentazione dei bilanci, ma anche alla mancata attuazione di richieste presentate ufficialmente nelle riunioni del Consiglio di Amministrazione. Per non parlare poi di una presunta “mancanza di equità” nel trattamento riservato ai diversi soci (sembra che alcuni possano vendere direttamente parte della produzione, altri no, ndr), con consistenti disparità sul profitto di alcune aziende.

Pur nella sua fermezza però, la lettera di dimissioni della Latteria di Fondo, firmata dal presidente Mirco Covi, sembrerebbe alludere a un possibile ripensamento, pur se condizionato ad “un cambio drastico di direzione”.

Il fattore “Stec”

In ultimo – ma non ultimo per importanza – in molti dei caseifici associati parrebbe sussistere anche un “fattore Seu” (sindrome emolitico-uremica), sullo sfondo di un malessere che taluni descrivono più ampio e diffuso di quanto le tre dimissioni lascino intendere. In altre parole la grave malattia acuta di due bambini, causata da escherichia coli Stec presente in formaggi prodotti da caseifici aderenti al Concast (Coredo e Predazzo e Moena) potrebbe rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso. Da un lato il peso della componente emotiva, per le responsabilità che incidono sulla vita di terzi nei primi anni di vita, dall’altra il forte clamore mediatico che le due vicende hanno avuto sui media nazionali.

A fronte di tutto ciò, domenica scorsa, 15 dicembre, la Federazione Trentina della Cooperazione ha espresso un forte disappunto per le dimissioni dei caseifici di Fondo e Rumo, invitando i soci a “mantenere alti il senso della responsabilità e la coesione”.

18 dicembre 2024