Alessandria: il latte della Centrale a Granarolo, ma il consumatore non lo saprà

Latte fresco - Centrale del Latte di Alessandria e Asti
foto tratta dalla petizione Change.org© per la Centrale del Latte di Alessandria e Asti

Una delle tante industrie locali del latte che hanno chiuso i battenti negli ultimi anni, la Centrale del Latte di Alessandria e Asti, non esiste più dal 12 maggio. Peccato però che – ad otto mesi di distanza da un esito di una crisi che ha lasciato a casa quarantotto lavoratori, il prodotto tornerà presto sul mercato senza che né l’impianto produttivo e né i dipendenti riprendano a lavorare.

Dietro l’apparente arcano si nasconderà, non tanto a noi oggi, né a chi è stato raggiunto dalla notizia delle chiusura nei mesi scorsi – bensì ai consumatori inconsapevoli di domani – l’antefatto, andato in porto ieri, che permetterà al latte della centrale alessandrina di circolare, a dispetto di una fabbrica chiusa e delle proprie maestranze senza lavoro. In sostanza ad essere ceduti e mantenuti in vita sono stati unicamente marchio e denominazione del prodotto, passati di mano per sei anni dalla Piemonte Latte alla Granarolo di Bologna.

Al momento la cooperativa piemontese commenta con toni enfatici un accordo che non è detto riesca a garantire per così tanto tempo gli allevatori locali: «Come cooperatori», dice il presidente di Piemonte Latte Roberto Morello, «crediamo fortemente nella valorizzazione del lavoro dei nostri allevatori e nel radicamento sul territorio. Questo accordo sancisce la volontà di portare lavoro in comunità da sempre vocate all’agricoltura, offrendo una prospettiva futura a un marchio storico».

Parole di circostanza invece quelle di Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, che non parla di certezze ma di “speranza”: «Il lavoro con Piemonte Latte, per dare continuità ad un brand importante come quello della Centrale del Latte di Alessandria e Asti, è avviato nel segno della cooperazione. Speriamo sia l’inizio di nuove collaborazioni, sia con la filiera di allevatori sia sul fronte industriale».

Commentando la notizia alcuni giornali piemontesi hanno parlato di “vittoria” e “rinascita”: difficile andarlo a spiegare alle famiglie che hanno perduto il lavoro e che dovranno pagare lo scorno di veder circolare di nuovo il “loro latte”, confezionato da altri, chissà dove.

22 gennaio 2025