Da Oulx a Porto Empedocle le diverse sorti delle (troppe) capre divenute selvatiche

Capre inselvatichite
foto Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica©

Quella delle capre inselvatichite sembra ormai un’emergenza nazionale, con diversi casi eclatanti assurti agli onori della cronaca negli ultimi mesi: dall’Isola d’Elba alle Eolie, è più recentemente dalla costa agrigentina all’Alta Val di Susa, solo per citarne alcuni.

A seconda del numero di capi, del contesto orografico, della densità abitativa, i provvedimenti presi sono i più disparati, sempre senza eccessiva urgenza e talvolta dovendo fare i conti con l’intervento di animalisti più o meno organizzati in associazioni.

Il caso agrigentino

A proposito di questi, la settimana scorsa, il Tar di Palermo ha accolto il ricorso di Lav ed Lndc (Lega Nazionale per la Difesa del Cane) animal protection, decretando la sospensione del piano di abbattimento dei capi presenti nel territorio di Porto Empedocle, disposto dal Comune.

Dopo aver atteso invano una documentazione richiesta all’amministrazione locale e all’azienda sanitaria locale (una relazione sui fatti e sul numero di animali catturati e già abbattuti, su quelli ancora da catturare, e su eventuali soluzioni alternative all’uccisione), i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso contro la delibera comunale di abbattimento del 22 gennaio scorso.

Per capire quanto l’epilogo del caso agrigentino non sia edificante, basti pensare alla proliferazione che tali animali avranno nel tempo, e al danno atteso per la biodiversità. A quanto pare sulla decisione del Tar avrebbe pesato anche una dichiarata disponibilità degli animalisti intervenuti a creare un’area idonea ad ospitare le capre. Ammesso e non concesso che tale struttura venga creata e mantenuta (con i soldi di chi?), c’è da ritenere che il caso agrigentino potrà essere riaperto nei prossimi anni.

La situazione in Val di Susa

Diversamente è andata in Alta Val di Susa, dove il Comune di Oulx, a seguito della consultazione con i vertici dell’Izsplv (Istituto Zooprofilattico Sperimantale delPiemonte, Liguria e Valle d’Aosta) di Torino, ha decretato l’abbattimento delle capre inselvatichite, per salvaguardare la salute pubblica e la biodiversità della regione.

Oramai, a più di un anno dalla loro fuga dall’allevamento in cui si trovavano (autunno 2023), i tentativi di cattura e di reintegro tra gli animali allevati appare più che improbabile, per cui – in vista della prossima stagione di monticazione degli alpeggi e per il rischio di ibridazione con gli stambecchi (capra ibex) presenti in zona, il Comune ha deciso di intervenire con la più drastica delle soluzioni.

In questo caso, l’esistenza di una controparte negligente – un allevatore, colpevole di cattiva custodia degli animali – lascia sperare che su di essa vengano presi adeguati provvedimenti amministrativi. 

21 febbraio 2025

Su questa tematica, si segnala un interessante contributo sulle responsabilità civili e penali dal sito web AlpVet