
A tre mesi dal Tavolo della Zootecnia – fortemente voluto in dicembre dall’Assessorato provinciale all’Agricoltura – e dopo i ripetuti casi di Seu (sindrome emolitico-uremica) che hanno interessato bambini, a seguito dell’ingestione di formaggi a latte crudo, qualcosa di poco trasparente si profila tra le attività di rilancio che interesseranno un attore della filiera del latte trentino.
A denunciarlo sono i due consiglieri provinciali Francesca Parolari e Alessio Manica, che giorni fa hanno pubblicamente sollevato dubbi sulla nomina del Dr. Mario Fezzi, incaricato il 24 gennaio scorso in qualità di consulente del Caseificio di Predazzo e Moena, al fine di “migliorare le pratiche igienico-sanitarie” e “monitorare gli obblighi di sicurezza alimentare”.
La denuncia dei due politici trentini, affidata ad un comunicato stampa diffuso martedì scorso, 4 marzo, punta il dito contro aspetti poco chiari e sottaciuti di quell’incarico.
“I casi di contaminazione di prodotti caseari”, argomentano i due, “con conseguente infezione da escherichia coli, hanno arrecato gravissimi danni alla salute dei minori coinvolti. In risposta a questa situazione la Provincia ha deciso di intervenire nominando, in particolare, un esperto da affiancare al Caseificio sociale di Predazzo e Moena nonché sottoscrivendo con la Federazione Trentina della Cooperazione un “Protocollo d’intesa” in materia di sicurezza alimentare e consumo consapevole dei prodotti lattiero caseari a latte crudo”.
Ad oggi, proseguono i due, “Non è dato sapere quali poteri la Provincia abbia assegnato a questo esperto e quali saranno i compiti e i costi, perché la deliberazione della Giunta n. 60 del 24 gennaio scorso è stata secretata”. “Si chiede alla Giunta di conoscere per quali ragioni la deliberazione di nomina dell’esperto che affianca il cda del Caseificio di Predazzo e Moena sia stata ritenuta documento riservato, quali sono in dettaglio i compiti affidati all’esperto e gli eventuali costi da porre a carico dell’ente monitorato”.
Ad avviso di Parolari e Manica, “la secretazione della delibera appare incomprensibile, vista l’esigenza che questa criticità sia affrontata con la massima trasparenza in quanto tocca aspetti di salute pubblica in un quadro dai contorni, francamente, eccessivamente fumosi”.
Relativamente al Protocollo fra Provincia e Federazione delle Cooperative, che prevede in particolare l’Istituzione di un Comitato Tecnico Congiunto composto da rappresentanti della Provincia, dell’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari, dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie e della Federazione delle Cooperative, nel numero e secondo le modalità individuate dalla Provincia, i consiglieri Parolari e Manica chiedono di “sapere chi compone questo organismo, quali sono modalità di gestione di questo nuovo soggetto e quali eventualmente i primi atti adottati, visto il prevalente profilo sanitario che richiede interventi urgenti”.
I due consiglieri interrogano infine la Giunta per sapere se la stessa non ritenga utile un intervento normativo avviando un iter legislativo che, anticipando misure nazionali, preveda per tutti i prodotti caseari a base di latte crudo freschi o di media stagionatura immessi nel mercato l’obbligo di informare adeguatamente sui rischi per la salute di persone vulnerabili oltre a prevedere procedure informative e di comunicazione, strumenti di supporto, di controllo e di monitoraggio. “Ciò non solo per ragioni di tutela della salute pubblica, che rimane preminente”, spiegano, “ma anche per preservare il valore culturale, economico e sociale delle produzioni lattiero casearie del territorio trentino”.
7 marzo 2025