Allevatrice alla sbarra per latte bufalino taroccato. Ancora una volta nel casertano

Tra nuove indagini, recenti sequestri e vecchi casi giunti in fase processuale, il latte di bufala illegale resta tra i principali protagonisti della cronaca casertana di queste settimane.

Dopo l’ingente sequestro di latte condensato e congelato (valore: 200 milioni di euro, ndr), registrato la scorsa settimana, torna alla ribalta la vicenda dell’allevatrice Maria Ristaldo di San Tammaro, accusata di truffa per aver venduto sistematicamente ad un caseificio di Santa Maria Capua Vetere latte bufalino tagliato con latte vaccino.

Nel corso dell’ultima udienza, presso il Tribunale sammaritano, alcuni carabinieri dei Nas hanno ribadito quanto già testimoniato dai loro colleghi nella precedente udienza, relativamente agli accertamenti e ai sopralluoghi eseguiti presso l’azienda zootecnica della Ristaldo.

Nella sostanza, l’imputata e accusata del reato di truffa, avendo violato il contratto sottoscritto con il titolare dell’azienda casearia in questione. La sua condotta, secondo il capo d’imputazione, avrebbe causato un danno economico al caseificio e procurato un indebito profitto alla Ristaldo.

Nel corso dell’udienza, i carabinieri dei Nas hanno fornito ampia documentazione – tra cui fatture e documenti di trasporto – dando circostanziata prova dell’entità del reato. Nella prossima udienza sono in programma l’interrogatorio dell’imputata e l’audizione dei testimoni e dei consulenti tecnici incaricati dalla difesa.

11 aprile 2025