Sta facendo molto discutere, quantomeno a livello locale, l’ultima iniziativa di marketing di Latte Trento denominata “Solo in Trentino quattro zampe sono meglio di quattro ruote”, con cui la cooperativa di Spini di Gardolo ha lanciato un concorso destinato alla propria clientela.
Come per tanti altri concorsi a premi, per partecipare è necessario incollare su un’apposita cartolina le prove di acquisto – in questo caso dieci – e spedire la medesima all’azienda, o consegnarla in uno dei punti di raccolta che hanno aderito all’iniziativa stessa.
A lasciare perplessi – oltre alla denominazione del concorso, né originale né brillante né sintetica – sono diverse considerazioni legate alla balzana idea di mettere in palio una vacca, nel tentativo forse di destare curiosità, e magari di generare un’improbabile moto di “simpatia” in qualcuno, che – oggettivamente – si fa fatica a pensare possibile.
Le perplessità che la cosa genera invero sono più d’una. Nel pensare ad esempio che i destinatari non saranno necessariamente allevatori – ma un pubblico indistinto di pensionati, impiegate, operai, casalinghe, ecc. – risulta difficile persino capire come l’idea di poter vincere una vacca possa sembrare attraente. Al contempo non si capisce come una vacca – del valore di mercato di 3 o 4 mila euro – possa rappresentare il 1º premio, nel momento in cui il secondo – una Fiat Grande Panda Hybrid – ne vale poco meno di 19mila.
Le domande che sorgono sono diverse. In quale altro concorso al mondo i partecipanti hanno sperato di giungere secondi anziché primi? Cosa ne sarà della vacca se a vincerla sarà – putacaso – una commessa di una merceria o un programmatore informatico? Dove verrà consegnata e dove alloggerà, abitando il “fortunato” vincitore in un appartamento al settimo piano? Come e a chi verrà rivenduta dal suddetto “fortunato” e a quale cifra? E con quale documento fiscale verrà presa in carico da un’azienda agrozootecnica?
Riflettendoci bene, la curiosa storia dell’originale concorso va inquadrata e interpretata come “figlia” di uno dei momenti storici meno felici della zootecnia trentina: con Latte Trento da alcuni mesi dimissionaria – come altre aziende socie – dal consorzio Concast, con una riorganizzazione generale che la stessa Provincia autonoma di Trento nel dicembre scorso ha indicato come inderogabile e urgente per l’intero settore. Lo si sente ripetere da tempo: il settore lattiero-caseario trentino è in crisi, ma mai come oggi abbiamo pensato che fosse (anche) una crisi di idee.
11 aprile 2025