Apprezzabile il fine, un po’ meno l’opportunità e la competenza. Stiamo parlando dell’iniziativa con cui l’Italia dei Valori, nella persona del suo eurodeputato Andrea Zanoni, membro dell’Intergruppo Benessere Animale, ha lanciato “una campagna per migliorare” – dice il sito dei dipietristi – “il benessere delle mucche da latte europee”.
“Sono sempre di più gli allevatori che utilizzano medicinali ed antibiotici per combattere infezioni dovute a una mungitura meccanica sfrenata”, spiega Zanoni, che subito rilancia: “Con questa campagna chiediamo nuove regole per l’allevamento delle vacche da latte. Vogliamo una direttiva europea che migliori il benessere delle 23 milioni di mucche in tutta l’Ue”.
L’iniziativa dei dipietristi parte dopo che, giovedì scorso, era stata lanciata l’operazione “Supporting Better Dairy” (“Sostenendo una migliore produzione di latte”), una collaborazione tra due delle maggiori organizzazioni internazionali operanti per il benessere e la protezione degli animali: la Ciwf (Compassion in World Farming CIWF) e la Wspa (World Society for the Protection of Animals) e l’azienda produttrice di gelati Ben&Jerry’s.
“La campagna porterà avanti la prima Iniziativa in assoluto dei Cittadini Europei da un milione di firme sul benessere degli animali”, ha spiegato Zanoni, “consentendo ai cittadini dell’Unione di proporre alla Commissione una nuova legislazione per migliorare il benessere delle mucche da latte”.
“Tra gli animali da allevamento le mucche”, ha proseguito l’eurodeputato in quota all’Idv, “sono una delle poche specie non protette da alcuna specifica legislazione europea” ha ribadito l’eurodeputato, ricordando che “ne consegue che gli standard di benessere animale con cui sono allevate differiscono enormemente da Paese a Paese, e che a rimetterci sono gli animali, che soffrono spesso di cattiva salute, stabulazione inadeguata e mancanza di accesso al pascolo”.
“Immaginabili”, ha concluso l’eurodeputato italiano, “gli effetti negativi” che si ripercuotono anche sul “consumatore finale, soprattutto per le maggiori categorie consumatrici di latte come i bambini”.
Ed eccoci al dunque: viste le parole spese, sia lo Zanoni che il gruppo a cui appartiene dimostrano di sapere ben poco di quel che accade realmente nei “dietro le quinte” del settore: quanto la ricerca e la selezione genetica più spinta siano presenti dietro certe situazioni e quanto ancora un animale “nato per produrre” 50 litri di latte al giorno troverebbe vantaggioso cibarsi di erba. Nati per il silomais e per i peggiori mangimi, creati ad hoc per ottenere ancor più latte di quanto la stessa genetica preveda, quegli animali caratterizzati dalle enormi mammelle e da una struttura scheletrica inadeguata, sono destinate a morire (o meglio “ad essere rottamate, come si dice nell’ambiente della zootecnia intensiva) dopo neanche quattro anni.
L’unica “cortesia” che potremmo offrire loro (o, per dirla meglio, a loro e al popolo dei consumatori), è quella di adoperarci affinché quel tipo di attività venga cessata, intervenendo una volta per tutte su quei centri (la gran parte Oltreoceano, specializzate nella vendita di sperma di super-tori) che da oltre quarant’anni basano il loro operato sulla quantità, più che sulla qualità del prodotto. E che vedono quegli animali senza alcuna pìetas, ovvero come delle vere e proprie macchine da latte.
23 giugno 2012