Anche Libero vuota il sacco contro l’inciucio De Castro-Granarolo

Paolo De Castro

22 dicembre 2008 – C’è una parte della stampa italiana che non ama Beppe Grillo (o che per non dar fastidio lo ignora), e che quando una denuncia parte da una sua iniziativa rimane come fosse ad uso e consumo esclusivo del “suo popolo”, quasi potessero esistere delle verità di parte.

Il sistema dei media, se non ti può eliminare ti rende marginale, trascurandoti a tal punto che, se arrivi a dimostrare che un politico famoso ha interessi a osteggiare il latte crudo, la tua denuncia non verrà ripresa da nessun giornale o telegiornale.

Ma accade poi che esistano giornali che – forse anche per questioni di schieramento e di sicuro perché diretti da gente che non ha peli sulla lingua – decidono di vuotare il sacco su qualche determinata storia. Anche essi raggiungono il loro target di riferimento, anche essi vengono trascurati dal resto della stampa, ma sta di fatto che l’assenza di smentite e di querele conferma che quella determinata storia non può che essere oltre che grave, fondata e – soprattutto – di interesse pubblico.

Stiamo parlando di Oscar Giannino e del suo Libero Mercato, la “costola” economica del quotidiano Libero, che in un articolo di Giuliano Zulin pubblicato sabato 20 dicembre denuncia il conflitto d’interessi del senatore diessino Paolo De Castro (nella foto), già ministro dell’agricoltura, che se da una parte si erge a paladino nella battaglia contro il latte crudo, dall’altra – si scopre – è in affari con Luciano Sita, numero uno della Granarolo, che il giornale definisce a pieno titolo “leader del pastorizzato”.

L’articolo appare molto circostanziato e ben documentato, offrendo al lettore l’impietosa  cronologia di un evidente conflitto d’interessi. Ne riportiamo qui, brevemente i passaggi salienti:

“Dal 26 maggio di quest’anno, praticamente due settimane dopo la fine del suo incarico da ministro, Paolo De Castro assume la carica di presidente del consiglio d’amministrazione della S.i.s.a.g. srl, capitale sociale 103.275 euro. Fra i soci ci sono i big del settore alimentare italiano. Nomi famosi anche nel cda, come quello di Luciano Sita, numero uno dell’emiliana Granarolo.

Quattro mesi dopo, precisamente il 2 ottobre, De Castro, insieme ad altri parlamentari, presenta un’interrogazione al ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali. Si comincia così: In Italia da qualche anno la vendita diretta di latte crudo, dal produttore al consumatore, ha subito una forte espansione grazie all’installazione di distributori automatici su tutto il territorio nazionale (circa 800 distributori di cui 300 in Lombardia) (…) da una rassegna sugli episodi tossinfettivi dal 1980 al 2000 in sette Paesi industrializzati (Europa ed Usa), emerge che tra l’1 e il 5 per cento di tutti gli episodi sono connessi con il consumo di prodotti lattiero caseari, e il 37,5 per cento di questi sono causati dal consumo di latte crudo; (…) il rischio che nel latte crudo possano essere presenti agenti patogeni è reale e, al contrario di quanto avviene nelle produzioni industriali, nel processo produttivo non sono presenti fasi in grado di bonificare il prodotto dalla presenza di microrganismi patogeni; (…) il rischio dovuto alla potenziale presenza di agenti patogeni nel latte crudo può essere amplificato da una non corretta gestione domestica del prodotto da parte del consumatore (eventuali carenze del mantenimento della catena del freddo, nel trasporto e nella conservazione domestica).

Insomma, secondo De Castro, il latte crudo è pericoloso. Peccato che l’autorizzazione a commercializzarlo sia venuta proprio da De Castro, quando era ministro delle Politiche Agricole. Inoltre il maggior numero di casi di infezione si è verificato proprio sotto il suo mandato. Solo adesso però si scopre che il latte crudo può essere dannoso. Forse la carica di presidente della Sisag gli ha fatto cambiare idea?”

Per chi ne voglia leggere la versione integrale, l’articolo di Libero Mercato è scaricabile da  qui in formato pdf