Latte: Cia bloccata tra buoni propositi e un’industria che non sente ragioni

altAncora una ricetta per la zootecnia da latte italiana, ma peccato che di soluzioni non se ne veda neanche l’ombra. E così si torna a parlare di un ”piano strategico per il settore, articolato sul territorio”, che trovi adesioni da parte delle regioni più vocate alla produzione di latte, e che permetta alle aziende zootecniche di avere reali certezze per il futuro. 

È questa l’ennesima proposta lanciata lunedì scorso a Milano nel corso del “forum nazionale del settore zootecnico da latte” indetto dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori). Nel corso dell’incontro sono stati affrontati i principali problemi del comparto bovino, che vede gli allevatori alle prese con costi produttivi e contributivi sempre più onerosi, con un’asfissiante burocrazia e con i prezzi del latte alla stalla – imposti dalle industrie – non più remunerativi.

Il forum, presieduto dal presidente dell’associazione agricola Giuseppe Politi, e concluso dal vicepresidente Domenico Brugnoni, è stato, però, l’occasione per rilanciare le proposte della Cia “per la ripresa di un settore che” – a detta degli interessati – “ha grandi potenzialità e risorse, attualmente soffocate da una situazione che, giorno dopo giorno, si fa sempre più allarmante”.

”Il settore”, è stato detto nel corso dei lavori, “deve fare i conti con grandi cambiamenti: dal pacchetto latte, alla riforma della Pac 2014-2020, all’accresciuta concorrenza, al ruolo della Gdo nelle politiche commerciali e nella formazione dei prezzi. Elementi questi che sono e saranno di forte impatto per il comparto lattiero-caseario e per la zootecnia bovina da latte italiana. Fattori che mutano radicalmente lo scenario competitivo delle aziende e che hanno una rilevante incidenza sulla loro redditività; a questo va aggiunto che da anni si assiste al progressivo ridursi della remunerazione del prezzo del latte, accompagnato dalla crescita dei costi di produzione”.

 

”Sono profondi e traumatici cambiamenti davanti ai quali”, è stato sottolineato durante il forum, “è urgente definire una visione strategica e realizzare azioni concrete per dare più valore al prodotto latte e conseguenti prospettive di reddito agli allevatori. Da qui l’esigenza di concertare rapidamente tra le organizzazioni di rappresentanza del settore, il Governo e le Regioni, un forte impegno condiviso. All’Italia, insomma, serve un’iniziativa tesa a valorizzare la presenza diffusa e vitale di una parte così significativa della sua struttura zootecnica e della sua agricoltura sul territorio”.

 

Parole già sentite da altri esponenti di altre associazioni, in altri tempi. A cui non sono mai seguiti fatti concreti. Volontà e determinazione insufficienti, subordinazione della politica agli interessi industriali appaiono ancora una volta un ostacolo oltre il quale le belle parole hanno la sola certezza di rimanere tali.

 

24 novembre 2012