
12 gennaio 2009 – Una super-protezione alle realtà dei colossi Dop. È quello che ha chiesto, in sostanza, l’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni in una lettera inviata nei giorni scorsi alla commissaria europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel.
Tra le proposte avanzate, la certificazione d’origine delle materie prime, da indicare finalmente su un’etichetta (che anche potrà riportare diciture come “prodotto di montagna” ovvero “non-Ogm”), la facoltà di un maggiore utilizzo dei fondi europei per l’informazione dei consumatori e per l’abbattimento dei costi connessi alle procedure di certificazione e controllo, i quali gravano fortemente su economie di colossi in cronica crisi quali il Parmigiano-Reggiano e il Prosciutto di Parma.
Ma non finisce qui, dato che l’assessore Rabboni ha avanzato anche la proposta di una normativa per l’autoregolamentazione delle produzioni a denominazione d’origine protetta, al fine di favorire proprio le grandi realtà nel prevenire o superare le crisi di mercato. Dulcis in fundo, Rabboni propone – udite udite – di diversificare le norme e le modalità di tutela per i prodotti Dop e Igp distinguendo quelli più noti, vocati all’export e soggetti a contraffazioni da quelli “minori”. Per questi ultimi suggerisce una procedura di riconoscimento semplificata, che consenta una protezione di carattere nazionale o regionale.
Come a dire, una Dop di “Serie B”, per meglio tutelare le major del settore.