C’è il Parmigiano di montagna nei piani del consorzio di tutela

foto Consorzio di Tutela del Parmigiano-Reggiano®Messa alle spalle la recente assemblea, con la riconferma di Giuseppe Alai alla presidenza del consorzio, il mondo del Parmigiano-Reggiano guarda al futuro prossimo, recependo il documento programmatico messo a punto da Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare dell’Emilia Romagna, insieme a Confcooperative Mantova. 

I suoi contenuti, ufficializzati dal consorzio giovedì scorso, vanno dalla programmazione produttiva alla gestione del formaggio “sbiancato” (quello che, presentando difetti rilevanti, viene reso anonimo con la fresatura della marchiatura in crosta), dalle iniziative promozionali di supporto all’export alla verifica dell’attuale regolamento di marchiatura, e toccano anche – e finalmente – le azioni di sostegno e valorizzazione delle eccellenze produttive, ottenute e stagionate nelle strutture della montagna (è tanto raro quanto confortante sentire che il consorzio stesso si rammenti della sua componente più nobile e più vicina al Parmigiano-Reggiano d’una volta). 

 

Al termine della fase assembleare del consorzio, quindi, le organizzazioni cooperative hanno proposto un elenco delle priorità su cui si dovrebbe concentrare l’azione nel prossimo quadriennio: tra queste, quindi, la definizione e l’attuazione – anche per il periodo 2013/2016 – della programmazione produttiva da parte del consorzio di tutela, l’elaborazione e la attuazione di un progetto volontario finalizzato alla gestione del formaggio sbiancato (con l’obiettivo da un lato di assicurarne la completa tracciabilità e dall’altro di ridurre eventuali speculazioni commerciali). Secondo le organizzazioni bisognerebbe poi proseguire sulla strada dei ritiri di prodotto da destinare ad azioni promozionali all’estero e attivare una fase sperimentale di produzione e commercializzazione di formaggio fresco (4/8 mesi, quindi non marchiato) per verificarne il gradimento da parte dei consumatori e garantire ai produttori una più veloce circolazione di liquidità.

 

Il documento propone anche una verifica sull’efficacia e la fattibilità di azioni di scolmatura del latte per diminuire la produzione e l’attivazione di uno studio per conoscere compiutamente le caratteristiche chimiche e organolettiche del Parmigiano Reggiano che rappresentano gli elementi di distintività rispetto alle altre produzioni lattiero casearie. Altri aspetti riguardano la valutazione delle azioni promozionali realizzate all’estero, al fine di ampliare sempre più la presenza su nuovi mercati, e la verifica, dopo più di dieci anni d’applicazione, dell’attuale regolamento di marchiatura, con la prospettiva di renderla sempre più efficace nella comunicazione della qualità del Parmigiano-Reggiano ai consumatori finali.

 

Last but not least, il documento invita ad attivare iniziative per il sostegno e la valorizzazione delle produzioni ottenute e stagionate nelle strutture di montagna, da sempre un po’ fiore all’occhiello (quando si parla di eccellenza del Parmigiano-Reggiano ci si riferisce di certo a quelle, senza quasi mai nominarle troppo) e un po’ spina nel fianco di chi, all’interno di questa Dop, guarda più alle quantità che altro.

 

L’invito quindi che Fedagri Confcooperative e Legacoop Agroalimentare dell’Emilia Romagna e Confcooperative Mantova rivolgono agli amministratori appena eletti del Consorzio è che  si definiscano, tra i vari temi, quelli prioritari sui quali attivare indispensabili momenti di confronto con tutti i soggetti coinvolti nella filiera al fine di favorire la massima condivisione delle informazioni e delle decisioni.

 

Attraverso questo metodo i soggetti in causa ritengono che si possa ulteriormente rafforzare la coesione fra tutti i protagonisti del sistema Parmigiano-Reggiano, nonché la sua tenuta produttiva e ambientale e la crescita economica e sociale dell’intero comprensorio produttivo e distributivo della Dop casearia più famosa d’Italia.

 

28 aprile 2013