Centrale di Roma: il futuro dell’indotto è nelle scelte di Marino?

Ignazio Marino durante la recente campagna elettorale a sindaco di Roma (foto dal sito web di Ignazio Marino®)Come sempre accade ai neosindaci, anche per Ignazio Marino i giorni dell'insediamento sulla poltrona di primo cittadino sono stati caratterizzati da una vera e propria pioggia di messaggi: da quelli di congratulazioni a quelli di auguri, più o meno sinceri e spontanei. Tra tutti, la palmares dell'originalità va a quello giunto dal direttore generale di Parmalat, Antonio Vanoli, attraverso i media. 

Dopo aver perduto Gianni Alemanno quale supporto attivo nell'amministrazione capitolina, il numero uno della società parmense si è affrettato a rammentare al nuovo sindaco che la "recente sentenza del Tribunale di Roma ha riassegnato a Roma Capitale la titolarità della locale Centrale del Latte (ancora controllata da Parmalat) e ha definito la "situazione molto delicata", paventando senza mezzi termini la possibilità di "ripercussioni sull'indotto".

 

"Se Parmalat uscisse dalla Centrale del Latte ritirerebbe la produzione veicolandola verso altri stabilimenti di proprietà, con il risultato che l'attuale utile di 4,7 milioni di euro si trasformerebbe in una perdita di 5 milioni, e ci sarebbero anche grandi riverberi sull'indotto, con 60-65 milioni di litri di latte in meno da impiegare ogni anno nell'area della capitale".

 

"Quindi", ha sottolineato Vanoli, "il Comune di Roma ha tutto il diritto di esercitare le azioni, ma non si troverà in mano la stessa Centrale del Latte di oggi". La situazione resta quindi in divenire, poiché l'elezione di Ignazio Marino alla carica di primo cittadino di Roma potrebbe riaprire i negoziati per cercare di avviare una trattativa che soddisfi entrambe le parti. "Aspettiamo di incontrarci appena si insedia", ha aggiunto Vanoli, "per valutare assieme le possibilità che ci saranno".

 

Nell'auspicare un appuntamento nel breve termine, il direttore generale di Parmalat ha voluto lanciare un messaggio che pare fatto apposta per coinvolgere il popolo degli animalisti, che tanto si è prodigato in campagna elettorale per contestare Marino (clicca qui per visionare il servizio video di RaiNews 24) come esponente d'una medicina che ancora oggi utilizza le cavie: "nel caso di una nostra fuoriuscita dalla Centrale del Latte di Roma", ha concluso il dirigente emiliano, "ci sarebbe anche la necessità di abbattere 18mila capi di bestiame, con evidenti riflessi anche sull'occupazione" (ma anche – è sottinteso – sulla popolarità del sindaco, che andrebbe evidentemente calando).

 

Benvenuto mister Marino: tra tutti gli incarichi che la stavano aspettando in Campidoglio ce n'è uno inatteso: quello di terzo sindaco di un'interminabile fiction!

 

24 giugno 2013