Si è conclusa, la settimana scorsa, l'annosa contesa tra Consorzio di Tutela del Formaggio Gorgonzola Dop e Comune di Gorgonzola a proposito dell'uso della denominazione "Gorgonzola" in ambito caseario. E si è concluso con una sentenza che davvero non stupisce nessuno, con il consorzio che vince la causa intentata (nel 2010) contro l'amministrazione pubblica della cittadina lombarda e contro un'azienda agricola "rea" di produrre uno stracchino legandone il nome al proprio territorio d'origine (il comune di Gorgonzola, per l'appunto).
Quest'ultima non potrà più denominare quel formaggio utilizzando il nome del proprio paese (che invero esisteva ancor prima che il consorzio della Dop nascesse, nel 1979); comune e produttore, come prassi prescrive, sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese processuali.
A nulla sono valsi né i tentativi di mediazione tentati nel tempo, né l'oggettiva diversità tra i due prodotti (quello di Gorgonzola paese è uno stracchino prodotto con la nobile tecnica "a due paste"), né ancora la De.Co. (Denominazione di origine Comunale) conferita al prodotto. Ha prevalso l'intransigente determinazione del gigante a spazzare via dal mercato la formica di passaggio, rea di aver "abusato" dell'unico nome territoriale di cui avrebbe potuto fregiarsi: quello del suo comune. Il paradosso è servito, e il suo gusto è assai amaro, rappresentando una severa sconfitta del mondo rurale per mano di chi rappresenta l'industria.
9 settembre 2013
La vicenda raccontata dalla stampa nazionale:
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