16 aprile 2009 – Con un consorzio che ha cambiato presidente tre volte negli ultimi cinque mesi, per un prodotto “vittima” della diossina, della brucellosi , della somatropina, delle cagliate importate di frodo dai mercati dell’est europeo, a cosa serve più un’attività di promozione?
Se lo staranno chiedendo gli operatori del settore, quelli onesti, che non sono pochi, e che per colpa di una pessima gestione centrale e del malaffare di alcuni (camorra, e clan dei Casalesi in primis, ndr) si ritrovano in una duplice crisi, d’immagine oltre che economica, e con un appuntamento – il Salone della Mozzarella di Bufala Campana di Paestum, dal 30 aprile al 3 maggio – che pur partito egregiamente nel 2006, rischia di rappresentare quasi solo un costo per chi ha deciso di partecipare con un proprio stand.
L’intenzione dichiarata dagli organizzatori è quella di strutturare un’offerta integrata dei prodotti tipici locali e dei beni ambientali e turistici, ma di questo passo c’è da pensare al rischio che il malaffare e l’incapacità di imperante in questo settore di segnare una vera ripartenza possano portare nocumento persino al turismo. A meno che i produttori salernitani, che hanno pagato lo scotto dello scandalo-diossina pur non essendone implicati, non riescano ad uscire dai legacci che ancora li trattengono all’interno di un consorzio di tutela il cui ruolo attuale non si capisce più quale dovrebbe essere.