Dopo esserne stata sponsor nell'annata gloriosa del decimo scudetto (1983-84) e nelle due successive, la Granarolo torna a scrivere il suo nome sulle magliette della Virtus Bologna, la squadra di basket del capoluogo felsineo che, dopo l'exploit del 2000-2001 (scudetto e coppa dei campioni), negli ultimi anni è scivolata nelle retroguardie, andando persino a conoscere l'amarezza della Lega Due nel 2003-2004.
A dieci anni da quell'esperienza e reduce da un campionato che l'ha vista battersi ancora per non retrocedere, finendo al 14mo posto, la squadra del neopresidente Renato Villalta (che della grande Virtus fu uno dei campioni dal 1976 all'89) ha ritrovato la passata sinergia con la cooperativa bolognese del settore lattiero-caseario, presentando la scorsa settimana l'accordo in conferenza stampa e sottolineando che «la nostra realtà ha un fortissimo radicamento sul territorio nazionale e in particolare in questa città, dove è nata e cresciuta. La decisione di farci coinvolgere in questo sogno è legata anche a questo. Il rapporto con Bologna è profondo, e così abbiamo voluto dividere questa avventura con gli amici della Virtus, per dare alla città un’occasione di festa, in modo che sia possibile ritrovarsi insieme condividendo obiettivi sportivi».
«Non nascondiamoci», ha aggiunto il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari, «che anche l’effetto nostalgia ha giocato a favore di questa ipotesi: ci siamo convinti e siamo molto contenti della nostra scelta. Sul valore della Virtus, come società sportiva, e della Granarolo, come azienda, non penso ci sia bisogno di aggiungere altro. Questa ci è parsa fin da subito un’occasione da condividere, sperando che arrivi anche qualche risultato all’altezza delle aspettative. Oggi è un giorno di festa. Sia Granarolo che Virtus sono patrimoni non solo bolognesi ma del nostro paese. Siamo felici di poterli avere di nuovo insieme».
Nel giugno scorso l'azienda bolognese aveva conquistato i disonori delle cronache per una vertenza di quattrocento facchini arrivati da tutta Italia a bloccare il transito dei camion aziendali per richiedere alla dirigenza il reintegro di quarantuno colleghi licenziati "per aver scioperato contro un taglio del 35% alla loro busta paga”.
L'azienda si dibatte in un mercato sempre più globalizzato e sempre più critico, tra allevatori che spesso forniscono il prodotto in perdita (dovendo subire un prezzo imposto dalle industrie) e una parte crescente dei consumatori che dimostra sempre più chiaramente una certa disaffezione ad un prodotto ritenuto non più salubre come lo si intendeva una volta.
Nell'ultima intervista rilasciata da Calzolari al quotidiano La Stampa di Torino, il presidente della Granarolo aveva espresso l'intenzione di operare nuove acquisizioni (Centrali del latte di Brescia, Firenze e Salerno), di lanciare una quindicina di nuovi prodotti, tra latti, formaggi, yogurt e gelati guardando con particolare interesse bambini, anziani e sportivi e dichiarando che all'azienda non interessava sbarcare in Borsa.
16 settembre 2013