Granarolo fa il suo ingresso nel settore del latte caprino. Con Amalattea

 Granarolo investe nel latte di capra e non lo fa attrezzandosi per produrlo bensì mettendo le mani su chi già lo fa. Forte di una invidiabile rete commerciale e distributiva, la cooperativa bolognese ha preferito quindi siglare una partnership con Amalattea, primario produttore di latte caprino e derivati (yogurt, ricotte, formaggi e burro, con i marchi Amalattea, Galydhà, Nutrio e Montecaprino) con sede operativa in Villagrande Strisaili, Ogliastra (Sardegna).

"L'intesa prevede l'acquisizione di una quota di minoranza del capitale della società dell'azienda e consentirà", spiegano in Granarolo, "l'accesso in un segmento di mercato in costante crescita, grazie ad un favorevole trend di consumo e all'aumento delle intolleranze alimentari" (intolleranze al lattosio e allergie alle proteine del latte vaccino vengono riscontrate con sempre maggiore frequenza in tutto il mondo occidentale, ndr).

 

«L’accordo siglato», ha dichiarato il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari, «testimonia l’interesse del nostro gruppo verso segmenti alternativi a quello vaccino, che per ragioni di trend di consumo appaiono in crescita. Lavoreremo dunque sulla filiera del latte caprino nazionale mutuando la grande esperienza della filiera Granlatte».

 

Dal canto suo, il presidente di Amalattea, Maurizio Sperati, ha assicurato di ritenere che «da questa partnership sono nate le condizioni per un’ulteriore fase di crescita di Amalattea, che assieme ad un player nazionale come Granarolo potrà realizzare progetti comuni di natura produttiva e nell’ambito della ricerca e sviluppo, grazie ai quali saremo in grado di aumentare la competitività dell'azienda».

 

14 ottobre 2013