Chi (s)parla di Parmigiano? L’Ice, che poi però si scusa

Il presidente dell'Ice Riccardo Maria Monti (al centro della foto) nel corso dell'ultima puntata di BallaròIl mezzo televisivo, si sa, riesce ad amplificare le situazioni come nessun altro, a volte esasperandole oltremodo. È il caso di quanto accaduto nel corso dell'ultima puntata di Ballarò, la trasmissione condotta da Giovanni Floris su Rai3, in cui il presidente dell'Ice Riccardo Maria Monti, si è lasciato andare ad affermazioni che potevano dare adito a dubbi sulle origini del latte utilizzato per produrre Parmigiano-Reggiano.

La contestazione non si è fatta di certo attendere, e ha preso la forma della massima ufficialità, attraverso una lettera che il consorzio di tutela del formaggio ha indirizzato sia all'Istituto per il Commercio con l'Estero che all'ente televisivo pubblico. Nella missiva, firmata dal presidente Giuseppe Alai, si sottolinea la gravità di "affermazioni che avrebbero potuto indurre il telespettatore a pensare che il Parmigiano-Reggiano venga prodotto con latte proveniente dall’estero, con conseguente pregiudizio sull’immagine del prodotto e sulla corretta informazione del consumatore".

 

In attesa di una probabile precisazione di Giovanni Floris nel corso della puntata di domani, si è registrata la replica di Monti, che ha prontamente risposto ad Alai dicendosi dispiaciuto del fatto che una frase di più ampio respiro sia stata interpretata in un modo “che non corrisponde al mio pensiero”. Già che c'era, il presidente dell'Ice ha pensato bene di ribadire il pieno sostegno dell'Ice “all’attività di internazionalizzazione del consorzio e degli associati”, affermazione questa che pare sia stata interpretata come un assegno da spendere in futuro a favore di quel formaggio: "il presidente dell’Ice", sottolinea una nota stampa del consorzio, "ricorda poi che l’Agenzia è sempre stata pronta, e lo sarà anche in futuro, a promuovere il Parmigiano-Reggiano sui mercati internazionali".

 

Nel prendere atto dell'avvenuto chiarimento rimane un dubbio di un certo rilievo: la prima carica dell'ente che sostiene le aziende italiane nelle esportazioni, può permettersi il lusso di una simile gaffe senza seminare dubbi sul suo stesso operato?

 

16 dicembre 2013